Le "trappole" sul conto corrente degli italiani sono sempre in agguato e riguardano tutti, anche chi ha cifre modeste. Le statistiche stilate di recente dalla Banca d'Italia dicono che a fine 2020 la giacenza media sui conti bancari degli italiani è cresciuta. E questo comporta alcune cose che diremo all'interno dell'articolo. Innanzitutto, come mai c'è questa disponibilità aumentata?
Perché c'è più disponibilità sui conti
Premesso che questa disponibilità, ovviamente, non riguarda chi purtroppo ha perso il lavoro o tutte quelle categorie come ristoratori ed operatori del turismo che sono stati i più colpiti, il fatto si spiega facilmente con l'azione di blocco della pandemia che ha rivoluzionato la vita di tutti (niente vita sociale e spese ridotte all'essenziale) ma anche con l'incertezza economica derivante, ovviamente, sempre dalla pandemia. In pratica, da un anno a questa parte la crescita delle giacenze sui conti correnti è dovuta essenzialmente a due motivi: il primo deriva, come anticipato, dall’incertezza dell’attuale fase storica che stiamo vivendo e che ha portato milioni di italiani italiani a risparmiare volontariamente riducendo le spese superflue. A tutto ciò si mettano i mancati spostamenti, meno acquisti e viaggi, uscite pari a zero e meno possibilità di acquisto. Di conseguenza, i risparmi sono aumentati.
Il secondo motivo è che, l’incertezza economica, ha creato incertezza anche sui mercati finanziari: gente abituata ad investire lo ha fatto di meno o non lo ha fatto per nulla, lasciando i soldi fermi sul conto corrente. Però, questa conseguenza, può portare ad un doppio svantaggio. È importante sapere quali sono i due errori, quindi, da non commettere.
Cosa non bisogna fare
Innanzitutto, i soldi sul conto corrente non fruttano interessi ma rappresentano un costo. Come viene riportato da Proiezionidiborsa, la ripresa dell'economia che potrebbe arrivare al più presto, porterebbe una fiammata inflattiva che ridurrebbe il valore reale del risparmio. E poi, un altro errore da non fare è investire adesso in titoli di Stato, in particolare sui BTP. In questo momento, i Buoni del Tesoro Poliennale con scadenza residua fino a 5 anni hanno rendimenti sotto lo zero. Per ottenere un rendimento positivo, bisognerebbe puntare su un decennale che oggi rende lo 0,5% netto annuo.
Il problema, inoltre, è che i prezzi dei titoli di Stato sono ai massimi storici e da questi livelli possono soltanto scendere.
Acquistando un decennale, si avrebbe la certezza di un rendimento dello 0,5% annuo solo aspettando il rimborso che avverrebbe nell’aprile del 2031, un'altra vita. Se si dovesse venderlo prima, si rischierebbe di subire una forte minusvalenza in conto capitale. Vale la pena tutto questo trambusto soltanto per uno 0,5% annuo?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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