Ocse: record di disoccupati nell'Ue

Presentato il rapporto sulla disoccupazione dell'Ocse: Spagna, Portogallo e Irlanda i paesi più in difficoltà

Ocse: record di disoccupati nell'Ue

Segnali poco incoraggianti per l'economia nell'area Ocse. Torna a salire, infatti, il numero dei disoccupati: a maggio se ne sono registrati 300 mila in più rispetto al mese precedente mentre il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 7,9%. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha contato 47 milioni 700 mila disoccupati totali nei paesi membri, 14,1 milioni in più rispetto ai valori che si registravano nel 2008. I paesi più in difficoltà sono la Spagna (24,6%, +0,3 ), il Portogallo (invariato al 15,2%) e l’Irlanda (14,6%).

La situazione in Italia

Sono fosche le previsioni sull'Italia: "L’Italia è stata duramente colpita dalla crisi e la disoccupazione potrebbe aumentare ancora. La recessione ha recentemente duramente colpito il paese che aveva già subito una forte caduta del Pil nel 2009". Ora, "dopo una ripresa debole ci si attende una nuova flessione nel 2012 - afferma l’ente parigino e una andamento solo stabile sul 2013". Da questo quadro, dopo alcune lievi flessioni a inizio 2011 "la disoccupazione ha ripreso a salire negli ultimi tre trimestri, superando il 10% e - avverte l’Ocse - potrebbe aumentare ulteriormente nel 2013". 

In Italia, "il tasso di disoccupazione di lunga durata, un indicatore della gravità delle condizioni del mercato del lavoro, è aumentato fortemente tra i giovani e, seppur in misura minore, per i lavoratori con basse qualifiche e gli uomini tra i 25 e i 54 anni, mentre è rimasto stabile per le donne e i lavoratori più qualificati". Rispetto alla media Ocse, prosegue l'organismo, in Italia "l'aumento del tasso di disoccupazione di lunga durata è stato più marcato e distribuito in modo più disuguale tra categorie sociodemografiche". 

L'Ocse promuove la riforma del lavoro italiana

L’Ocse elogia la riforma del mercato del lavoro approvata dall’Italia: "E' un passo importante dati gli squilibri accumulati da tempo" nella penisola, afferma l’ente parigino nel rapporto annuale sull’occupazione pubblicato oggi.

"Se pienamente e immediatamente attuate, queste riforme hanno il potenziale per ridurre la segmentazione del mercato del lavoro". E in generale "la riforma - prosegue l’Ocse - dovrebbe ridurre i costi sociali dei futuri indebolimenti dell’economia e degli aumenti della disoccupazione".

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