OItre al danno la beffa. Nel giorno del "tax day" in cui si concentrano le scadenze di tutte le tasse rimaste da pagare nel 2014 (l'11% del gettito annuale totale), il Tesoro nasconde la stangata sotto il tappeto.
"Nessuno parli di picco delle entrate tributarie", è il diktat dal ministero dell'Economia, secondo cui le scadenze unificate servono solo a "semplificare le operazioni di pagamento da parte dei contribuenti" e le tasse della casa sono addirittura scese. "Il gettito per la prima casa passa dai 3,9 miliardi dell’Imu 2012 ai 3,4 miliardi di quest’anno, con una riduzione del 13,9%", garantisce il ministro Pier Carlo Padoan, secondo cui in generale "il prelievo sugli immobili è rimasto invariato tra il 2012 e il 2014", mentre per le seconde case è aumentao appena del 4% e per i terreni è sceso del 15%.
Evidentemente il ministro ignora (o fa finta di ignorare) gli studi e i calcoli che vedono peggiorare di anno in anno la pressione fiscale in Italia. Secondo la Cgia di Mestre, ad esempio, tra il 2011 e il 2014 le tasse sulle seconde case sono aumentate del 236% in caso di affitto a canone concordato, del 150% per quelle affittate con canone libero e del 115% per quelle sfitte. Per negozi, alberghi e capannoni, invece, le tasse sono mediamente raddoppiate.
In totale, del resto, solo oggi nelle casse dell'Erario entreranno ben 44 miliardi di euro, con una pressione fiscale nel 2014 al 43,3% (tra le più alte d'Europa), che sale al 49,5% se si toglie dal Pil i dati dell'economia sommersa (quella, cioè, che le tasse non le paga).
Certo, il governo ha presentato un emendamento alla legge di Stabilità che vieta ai comuni di aumentare le aliquote di Imu e Tasi per tutto il 2015 bloccando così ulteriori aumenti.
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