Quell'algoritmo che ci fa pagare più tasse

Si chiama Isa ed è stato introdotto per combattere l’evasione fiscale. Peccato che consideri dati sbagliati e che spesso punisca i contribuenti onesti

Quell'algoritmo che ci fa pagare più tasse

Pagare più tasse per colpa di un algoritmo mal calibrato a causa di errore del fisco. È questo l’incubo di molti italiani, lo stesso che per alcuni potrebbe presto trasformarsi in realtà.

Tutta colpa, appuntom di un algoritmo difettoso: uno strumento dello Stato utilissimo se fatto funzionare come si deve; un disastro se calibrato con dati sbagliati. E nel nostro caso non resta che appurare quest’ultima affermazione. Già, perché come sottolinea Il Corriere della Sera da quest’anno l’affidabilità fiscale degli italiani sarà decisa da un algoritmo che, in seguito ad alcuni calcoli, provvederà a stilare una vera e propria "pagella fiscale".

Il nome del sistema in questione è Isa, ovvero Indici sintetici di affidabilità fiscale, ed è uno strumento introdotto dall’Agenzia delle Entrate al fine di “favorire l’assolvimento degli obblighi tributari e incentivare l’emersione spontanea di redditi imponibili”. Chi rimedia un voto che va dall’8 in su può stare tranquillo. I problemi arrivano per quelli che hanno incassato una valutazione inferiore al 6, i quali dovranno fare i conti con appositi controlli presuntivi e non potranno usufruire di benefici premiali vari.

Disastro Isa

Il problema è che l’Isa si basa sui redditi degli ultimi 8 anni e sugli studi di settore degli ultimi dieci, ovvero fa affidamento a dati sbagliati. Dal momento che i coefficienti predeterminati dell’Agenzia delle Entrate sono immodificabili, se questi sono sbagliati, gli esiti non saranno coerenti con l’attività esercitata. E così può capitare che il votaccio aumenti laddove non dovrebbe e viceversa.

Facciamo un esempio concreto: una libera professionista che ha dichiarato un reddito di 50 mila euro annui e che nel 2018 ne ha dichiarati 30 mila a causa della maternità rientra tra le casistiche anomale, così come quelle aziende che sono state costrette a pagare centinaia di migliaia di euro in spese legali straordinarie e i part-time che non raggiungono i redditi previsti dalla stessa Agenzia sull’andamento degli 8 anni precedenti. Può inoltre capitare, è questo è il caso contrario, che professionisti non congrui o imprese in perdita incassino un bel 9 in pagella.

Il sistema su cui si basa l’Isa, in altre parole, si inceppa perché non considera i fattori che incidono sul reddito. E chi vuole rimediare al voto negativo cosa deve fare? Pagare di più nella dichiarazione dei redditi a seconda del voto che si vuole raggiungere. Insomma, una vera e propria spada di Damocle per i contribuenti onesti, un bel potenziale vantaggio per i furbetti.

Ricordiamo che l’algoritmo è stato realizzato dal Sose, una società partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Banca d’Italia, mentre

l’Isa è stato introdotto con decreto nel 2017 dal governo Gentiloni. L’errore è stato scoperto solo dopo che il meccanismo è entrato in funzione. Nel frattempo ha però generato un incasso superiore ai 2 miliardi di euro.

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