Il governo è in piena campagna elettorale. E così si prodiga in promesse a lungo termine che sa bene di non poter promettere. Slogan che potrebbero valerghli qualche punticino in più in una consultazione elettorale che rischia di rivelarsi indigesta per Matteo Renzi. L'ultima boutade arriva dal viceministro dell'Economia Enrico Morando che, in una intervista ad Affaritaliani, sventola un maxi taglio delle tasse, magari da anticipare tutto al 2017, per completare la riduzione del carico fiscale annunciata e in parte già avviata in questi primi due anni di governo.
Dopo aver siglato la tregua con il presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker, Renzi vorrebbe giochersi tutto sul filo della flessibilità sui conti che l'esecutivo conta di vedersi concedere da Bruxelles anche per il prossimo anno. Già nella conferenza stampa di fine anno il premier aveva lasciato intendere di avere in mente un piano più corposo del solo taglio dell'Ires, spiegando che era troppo prematuro entrare nei dettagli, anche per non "sconvolgere Padoan", visto che in ogni caso la discussione, aveva detto, sarebbe entrata nel vivo solo "nell'estate 2016". Ora che si avvicinano le elezioni amministrative e che i sondaggi danno il Pd in ribasso, Renzi vuole sfoderare uno dei cavalli di battaglia: il taglio delle tasse. In realtà, come già spiega il responsabile economico del Pd Filippo Taddei, "non è adesso il momento delle decisioni".
Nel regno dell'ipotetico il ministero dell'Economia dice che c'è tutto l'interesse a "vedere quanto possiamo accelerare un percorso che comunque è già in atto" . All'orizzonte Taddei dice di vedere "una riduzione strutturale da oltre 23,5 miliardi già attuata (10 con gli 80 euro, 5 di Irap, circa 5 tra Tasi, Imu anche per agricoltura e imbullonati e 3,3 di Ires, ndr)" cui si aggiungono "altri 5 miliardi di interventi per il solo 2016 tra maxi-ammortamenti e decontribuzione". L'elenco delle tasse tagliate va, però, a sbattere con i dati sulla pressione fiscale reale che, secondo un recentissimo studio della Cgia di Mestre, è salita al 50,2%. E anche sul futuro c'è molta incertezza. Taddei rinadisce il taglio "dell'Irpef per il 2018" e la riduzione del "costo del lavoro a tempo indeterminato per tutti e in modo strutturale. Ma per ora dire se e quando è prematuro. Perché, ammette lo stesso Taddei, "prima bisogna vedere gli spazi che ci sono".
E con la crescita meno brillante di quanto ci si poteva aspettare solo qualche mese fa, infatti, l'Italia con le sue sole forze non sarebbe in grado di anticipare il programma di abbattimento delle tasse, mantenendo allo stesso tempo il processo di aggiustamento dei conti verso quell'obiettivo di medio termine, il pareggio di bilancio, già fatto slittare due volte. Per questo diventa indispensabile spuntare nuovi margini sul deficit anche per il 2017.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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