La Borsa brinda all'idea di rete unica spingendo Tim in rialzo di oltre il 5%. L'incontro avvenuto tra l'ad di Tim Luigi Gubitosi e quello di Cdp - che insieme ad Enel controlla Open Fiber - Fabrizio Palermo è stato interpretato come il segno di una intesa possibile.
Certo la strada è ancora lunga e non solo dal punto di vista finanziario e della governance. Ci saranno anche problemi concreti di integrazione tra la più moderna rete di Open Fiber, società fondata nel 2016, e quella di Tim. Anche se l'integrazione avverrà solo per la rete in fibra mentre il rame sarà via via sostituito grazie all'intervento di FiberCop, la società che dovrebbe avere il via libera dal cda di Tim lunedì prossimo e che dovrebbe poi anche diventare il veicolo per la realizzazione della rete unica con Open Fiber. I dettagli dell'accordo per FiberCop con Cdp, che già coinvolge oltre a Tim, il fondo statunitense Kkr e Fastweb, sono in via di perfezionamento.
Le parti sperano che il protocollo d'intesa (tra Tim e Cdp) possa essere siglato già domenica prossima per essere presentato al cda di Tim lunedì insieme all'intesa già raggiunta con il fondo Kkr e con Fastweb già pronti a sposare il progetto FiberCop, società agile con al massimo una ottantina di dipendenti. FiberCop prevede una quota per Tim del 58%, Kkr con il 37,5% e Fastweb con il 4,5%. Cdp, che è già azionista di Tim con il 9,8%, entrerebbe all'inizio con una piccola quota e poi apportando Open Fiber. Nel frattempo il 50% di Enel potrebbe essere venduto a un altro fondo infrastrutturale, si parla degli australini di Macquaire.
In FiberCop viene portata la rete secondaria di Tim, quella che dagli armadietti va fino alle case dei clienti e che è principalmente in rame che, secondo i piani, dovrà essere sostituito con la fibra. Kkr per la sua quota pagherà circa 1,8 miliardi mentre Fastweb otterra la sua portando il 20% di Flashfiber che aveva in società con Tim. In seguito, quando in Fiber Cop entrerà Open Fiber, verrà portata anche la rete primaria di Tim, quella che dalle centrali va fino agli armadietti che dovrebbe essere valutata circa 8-10 miliardi, mentre Enel valuta Open Fiber circa 7. Lo schema a cui si lavora per la costituzione di una società per la rete unica vedrebbe Tim conservare la maggioranza con almeno il 50,1%, mentre gli altri azionisti sarebbero garantiti da una governance condivisa.
L'ipotesi piace al governo che detiene il Golden Power e che aveva chiesto a Tim di non varare, nel cda del 4 agosto scorso, l'operazione FiberCop con Kkr e Fastweb al fine di trovare un'intesa anche con Cdp. Che ora pare in dirittura d'arrivo grazie al rispetto della condizione posta da Tim, detenere il controllo della rete, edulcorata però dalla possibilità di governance condivisa.
La Commissione europea starebbe guardando con attenzione ai vari passi è c'è interesse a mandare a buon fine l'operazione che aiuterebbe a colmare il digital divide che affligge l'Italia.
Preoccupati i sindacati che vogliono ovviamente mantenere i livelli occupazioni, 45mila dipendenti per Tim circa mille per Open Fiber, che hanno chiesto al presidente del Consiglio Conte un tavolo di incontro. I sindacati appoggiano l'ipotesi che sia Tim a detenere la maggioranza delle azioni della nuova società escludendo però, ovviamente, possibili ipotesi di scissioni.
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