Si sblocca il riassetto dell'Ilva Ita, la vendita slitta a gennaio

Ok del governo al prestito ponte da 680 milioni. Urso: "Accordo coi soci per Taranto", il 19 gennaio il piano

Si sblocca il riassetto dell'Ilva Ita, la vendita slitta a gennaio

Nuovo accordo tra gli azionisti di Acciaierie d'Italia, ArcelorMittal e Invitalia, per il rilancio dell'ex Ilva di Taranto con le conseguenti garanzie occupazionali. Lo ha annunciato il ministro delle Imprese Adolfo Urso al consiglio dei ministri, che ieri ha approvato il decreto legge sugli impianti di «interesse strategico nazionale». Il dl, che si sviluppa in dieci articoli, prevede in particolare che i 680 milioni, già stanziati, possano essere utilizzati fin d'ora quale finanziamento soci convertibile in futuro aumento di capitale, con una salita di Invitalia fino al 60 per cento. A queste risorse, utilizzate per ripianare i debiti accumulati dalla gestione ArcelorMittal, si sommano il miliardo del dl Aiuti bis e le risorse previste per il Dri e il Just transition fund.

Il piano per l'ex Ilva sarà dettagliato a sindacati ed enti locali il 19 gennaio al tavolo convocato dallo stesso Urso. Resta da vedere quale sarà la risposta del territorio: a Taranto non hanno mai nascosto di preferire Invitalia ad ArcelorMittal per la ristrutturazione green dell'acciaieria. Il progetto poggia comunque sull'impegno dei soci a rilanciare il sito, con un target di produzione superiore a quello di Acciaierie d'Italia nell'ultimo biennio e su alcuni interventi green che interesseranno sia l'impianto sia il porto di Taranto. Per realizzare questi obiettivi sono stati modificati i patti parasociali, incidendo su aspetti cruciali come la partecipazione azionaria e la futura governance e fissando gli impegni finanziari dei soci.

Deciso anche il ritorno dello scudo penale per i dirigenti dello stabilimento di Taranto, tolto dal governo Conte e che la premier Giorgia Meloni ha di recente definito «centrale».

Fino a qui la partita dell'accaio, c'è invece aria supplementari per Ita, un altro dossier industriale caldo sul tavolo del governo. Sebbene la rotta della compagnia aerea guidata da Fabio Lazzerini verso Lufthansa appaia tracciata, il preliminare di vendita col Tesoro potrebbe slittare a fine gennaio. La compagnia tedesca potrebbe avere il 35-40% di Ita tramite un aumento di capitale riservato così da lasciare le risorse in pancia alla società preda. La strada è prevista dal nuovo Dpcm, pronto per la Gazzetta Ufficiale, che apre alla vendita di una quota di minoranza e fissa i criteri per stabilirne il prezzo. Considerando tutti i passaggi tecnici, l'ingresso operativo di Lufthansa in Ita dovrebbe però avere luogo solo la prossima estate. Alla compagnia tedesca potrebbe affiancarsi in un secondo momento Ferrovie dello Stato (interessate però solo a sviluppi commerciali) così da aumentare il tasso di «italianità» di Ita.

A breve, si dovrebbe poi capire se, insieme alla vendita di Ita, slitterà

anche il dossier Tim e quindi il progetto della rete unica. Oggi è atteso il quarto e ultimo tavolo tecnico del governo con gli azionisti del gruppo tlc guidato dall'ad Pietro Labriola: Vivendi e Cassa depositi e Prestiti.

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