Una lunga riunione informale, durata 4 ore, «collaborativa e costruttiva» del cda quella di ieri per Tim, dove il direttore generale Pietro Labriola ha illustrato le linee guida del piano industriale da 150 pagine che sarà presentato il 26 gennaio. E che avrebbe incassato l'apprezzamento di tutti i fronti e in particolare di Cdp, con il presidente Giovanni Gorno Tempini che avrebbe espresso a caldo commenti positivi.
Ma anche se le strategie elaborate con gli advisor Mediobanca e Vitale ricalcano, secondo indiscrezioni, quelle di Kkr, il mercato che già assaporava l'Opa del fondo Usa a 0,505 euro ad azione è rimasto deluso. La valorizzazione delle varie attività di Tim - Sparkle, Telsy, Noovle ossia il cloud che potrà godere dei finanziamenti derivanti dal Pnrr, e soprattutto la creazione di una società dei servizi e di una per la rete - non bastano a colmare la certezza dell'offerta di Kkr. Il risultato è stato un nuovo pesante scivolone del titolo Tim (-3%).
A pesare anche un report di Barclays che indica come prezzo obiettivo 0,27 euro ad azione, molto più basso degli attuali corsi a 0,42 a causa del peggioramento della situazione di mercato in Italia destinata a diventare ancora più concorrenziale dato che Iliad dovrebbe annunciare la sua entrata nella telefonia fissa il 25 gennaio. Lo scivolone del titolo che si somma a quello dell'altro ieri però riporta in auge le possibilità di Kkr di veder accolta la richiesta di due diligence propedeutica al lancio dell'Opa.
Contrario all'operazione è il maggior azionista Vivendi che ha il 23,8% mentre Cdp, che ha circa il 10% di Tim e il 60% di Open Fiber, è alla finestra. Della partita potrebbe far parte anche il fondo Cvc a fianco di Vivendi. «Mi auguro - ha detto il viceministro all'economia Laura Castelli- che Cdp, Vivendi e Kkr siedano tutti intorno a un tavolo per trovare una soluzione ordinata che tuteli gli interessi di tutti e sopratutto del Paese».
In attesa del miracolo ieri Vittorio Colao, ministro dell'Innovazione ha detto che la gara per il cloud sarà fatta entro
fine gennaio, il collaudo è atteso per fine 2022 e il completamento della migrazione delle pubbliche amministrazioni sul Cloud nazionale tra 2023 e 2025. Mentre sul fronte delle gare per le aree grigie «non ci sono ritardi».
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