«Ora vogliono che ci incontriamo per un accordo. Conoscono il mio numero di telefono!«. Tweet ironico, merce rara in casa Trump. The Donald non intinge la penna nel vetriolo e manda un messaggio tutto sommato d'apertura ai democratici: del resto, in ballo c'è l'intesa delicata per definire un nuovo pacchetto di aiuti anti-Covid. E tempo per agire non ne è rimasto molto con l'America che conta un totale di cinque milioni di infetti e annaspa fra un'economia in stallo e la troppa gente a spasso. La possibilità di una ripresa dei negoziati, ventilata domenica scorsa dai leader democratici Nancy Pelosi e Chuck Schumer, ha trovato forza ieri nelle parole del segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, secondo cui il governo e il Congresso potrebbero raggiungere un accordo già nel corso di questa settimana, se i democratici si dimostreranno «ragionevoli». Mnuchin non ha comunque precisato quando i colloqui potrebbero ripartire.
Tanto è bastato però a Wall Street per fiutare il possibile deal a breve, in grado di scongiurare ogni rischio di fiscal cliff (il baratro fiscale che in genere innesca tasse e sforbiciate alle spese) e mettere in secondo piano la notizia delle sanzioni annunciate dalla Cina contro undici cittadini statunitensi, tra cui i senatori repubblicani Ted Cruz e Marco Rubio, come mossa di ritorsione contro le misure decise dalla Casa Bianca nei confronti di rappresentanti cinesi e di Hong Kong. Solo un 1% separa ora l'S&P500 dal suo massimo storico, e il passo da record pare sostenuto anche da una stagione degli utili meno drammatica rispetto alle attese (-34% contro aspettative di -45%).
Nessuno ha però certezze su cosa accadrà nella partita fra repubblicani e democratici. Dopo il naufragio del trattative, venerdì scorso, un abisso di trilioni di dollari separa ancora le parti in causa sulla spesa complessiva e su questioni chiave come gli aiuti ai governi statali e locali, nonché sull'importo delle indennità di disoccupazione. Trump è intervenuto l'altroieri firmando provvedimenti esecutivi e memorandum concentrati sull'estensione dei sussidi ai senza-lavoro (ma con un importo decurtato di 200 dollari, a quota 400), sul rinvio dell'imposta sui salari fino alla fine del 2020 per i redditi inferiori ai 100mila dollari, su sfratti e prestiti studenteschi.
L'intervento d'imperio della Casa Bianca ha tuttavia sollevato dubbi di legittimità, poiché la Costituzione affida solo al Congresso i poteri su tasse e spese. Inoltre, i democratici hanno già fatto sapere che non accetteranno alcun taglio sui sussidi e che preferirebbero concordare un'intesa più limitata, con misure valide solo fino alla fine dell'anno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.