La Consob di Giuseppe Vegas è costretta a difendersi, ed è la seconda volta in sei mesi, dalle ricadute della figuraccia rimediata dal governo Renzi nel salvataggio di Banca Etruria, Marche, CariFerrara e CariChieti: l'intervento del Fondo di risoluzione ha raso al suolo i risparmi degli obbligazionisti subordinati.
Questa volta il nodo del contendere è la chiarezza dei prospetti informativi per la vendita delle obbligazioni bancarie e in particolare la presenza o meno nei documenti dei cosiddetti «scenari probabilistici di rendimento». Gli algoritmi che calcolano la possibilità che lo specifico titolo proposto in vendita vada peggio in termini di ritorni rispetto a Bot o Btp, cioè quello che prima della crisi era il risk free.
«Consob non ha mai abrogato l'obbligo di inserire gli scenari probabilistici di rendimento nei prospetti informativi delle obbligazioni bancarie per il semplice fatto» che tale vincolo «non è mai stato introdotto, nè a livello nazionale nè a livello europeo», ha scritto Vegas in una lunga lettera pubblicata sul sito della Consob. A spingere Vegas sul banco degli impuntati, chiedendone la testa, è stata domenica la trasmissione Report dopo aver intercettato una comunicazione interna alla stessa Authority. La trasmissione «travisa e distorce la realtà dei fatti», ha proseguito Vegas sottolineando di non aver mai fornito indicazioni «di alcun tipo, nè formali nè informali, affinchè gli uffici richiedessero l'eliminazione degli scenari probabilistici dai prospetti, qualora fossero stati inclusi volontariamente dalle società». Tanto che, prosegue, contiene tali informazioni anche un'offerta pubblica di scambio di Popolare Vicenza su alcune polizze.
Vegas ripercorre i passi compiuti sul problema dalla Commissione dal 2009, due anni prima quindi del suo insediamento, avvenuto nel 2011. In sostanza Consob aveva sondato gli operatori, a partire dalle banche, sull'opportunità di inserire tali previsioni nei prospetti informativi delle obbligazioni, ma la proposta era stata bocciata dal mercato. E simile era stata la conclusione dell'organismo che riunisce le Consob europee.
C'è però un piccolo giallo: nel marzo 2011 la lobby di Assonime lamenta per iscritto che, malgrado la decisione di non procedere all'adozione dell'obbligo, gli uffici della Commissione continuavano a richiedere alle società di inserire gli stessi scenari probabilistici di rendimento come condizione per accelerare il via libera dei loro collocamenti.
A quel punto Vegas avvia una verifica interna per chiare un potenziale abuso, perché tale condotta non sarebbe stata in linea con la normativa, ma la divisione Emittenti della Commissione nega. E questa è la documentazione brandita da Report che ieri ha nuovamente replicato alla Commissione di Borsa: «Il grado di confusione» di Vegas, ha detto Milena Gabanelli «dovrebbe destare preoccupazione»: la nota informativa inviata da Vegas dice chiaramente che gli uffici della Consob dovranno invitare le banche a non inserire gli scenari di probabilità nei prospetti e ne richiederanno l'eliminazione.
Entro fine anno è atteso un vademecum unico in Europa, ma resta il fatto che già a dicembre Vegas e il presidente di Bankitalia Ignazio Visco si erano già pubblicamente difesi in televisione dalle accuse per il risparmio tradito di Etruria & C.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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