Le foto di quelle ragazzone messicane, in giro per strade ormai più simili a certe corsie dospedali dove si gira soltanto con la bocca coperta, sono già un contagio. Aggiungono il fastidio dellansia al respiro di ognuno: laria si contrae nel cuore in un timore, che prima svanisce. E però poi si ripete, torna identico a quello che i terremoti, la crisi delleconomia, le cattive notizie dei giornali, al solo sfogliarli, ogni giorno risuscitano. In effetti se linfluenza suina sia o no così temibile è un altro discorso, riguardo al quale è ovvio il dovere di essere ottimisti. Ma le paure, loro non ragionano mai, e invece si respirano, e via via, sommandosi, rodono la pellicola sottile di pensieri consueti in cui si vive. Proprio come la sorpresa dellamico che alla partita ti bofonchia che non ha più un lavoro, i terremoti, i barconi di disperati in tv, gli stupri, la colpa che addirittura fa suicidare i banchieri, e il resto. Di tutto continuamente ormai patiamo già linfluenza; e adesso pure della pandemia, che di questi guai sarebbe il più potente, giacché appunto attiene allaria.
Laria è il nesso sociale più fisiologico che ci attraversi: è di tutti, è una vita comune invisibile per quantè ovvia, ma che respirando ci tesse cogli altri, siano cari o sconosciuti. E in unepidemia proprio questaria si ammala, con esiti sociali perciò terribili. Come già risultò dai resoconti di uno di quei medici svizzeri che poco dopo la prima guerra mondiale arrivò nella desolata stazione di un paese spagnolo falcidiato dallinfluenza suina. Mentre il treno rallentando cigolava, gli parvero prima da lontano tramezzi di quercia, di quelli sui quali si appoggiano le rotaie. E invece erano file di bare e tra loro le donne, che si disperavano. Una di loro, giovane, aveva le palpebre di quel colore viola che linfezione lasciava. E inveiva contro il cielo, puntando il dito su una bara aperta dalla quale uscivano i capelli sottili di un vecchio. Ma, forse pentita dalla eccessiva vicinanza, poi iniziò a sputare; al contempo però si segnava pregando. La tirarono via. Ma, come nelle trincee dove già erano morti di influenza spagnola, a decine di migliaia, i soldati americani, il terrore era lo stesso. Laria era divenuta infida. Per la paura si respirava atterriti, non volendolo, persino vicino alla bara di un padre o di un figlio morti, dunque infetti. Dalle fiere suine americane dove il virus era mutato, fino ai porti atlantici di Francia e Spagna, laria era evoluta a tramite di incubi.
Come si sa lepidemia costò decine di milioni di morti mentre i becchini moltiplicavano i prezzi, e persino le messe divennero sommarie, le chiese vuote. Fretta e terrore spesso prevalsero sul dolore; e il vuoto di questo restare soli, sospese le regole della più elementare umanità, dissolse la vita consueta. Certo ora non può dirsi che sia già questa oggi la nostra aria.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.