Escursionisti e famiglie tra cime rosate e rifugi storici

Anna Maria Catano

Si vestono di rosa, da millenaria tradizione, per un'estate all'insegna dello sport e del lifestyle, le più belle montagne del mondo: le Dolomiti. Esistono cime più alte, ghiacciai più impervi, ma non vette più fascinose. In nessun angolo del globo. Perché i Monti pallidi al tramonto si accendono di rosso, d'arancio, di viola: uno straordinario fenomeno naturale. Così il carosello sciistico del Dolomiti Superski, 450 impianti di risalita, 1.200 chilometri di piste collegate, archiviata un'ottima stagione invernale - grazie anche all'innevamento artificiale che garantisce la sciabilità indipendentemente dalle condizioni atmosferiche - cede il passo al Dolomiti Supersummer. Un'unica card (a punti o a giorni) che permette l'accesso ad un centinaio di funivie, aperte da giugno. «Abbiamo deciso di puntare all'estate», conferma Sandro Lazzari, il presidente. «Vogliamo portare in quota escursionisti, famiglie e bikers. Stiamo lavorando per potenziare impianti e strutture. Finora si è parlato soprattutto di sci. Nel prossimo futuro l'obiettivo sarà far salire i turisti anche quando la neve non c'è». Custodi di una memoria lunga più di un secolo sono i rifugi, quelli di Cortina, in particolare, regina del glamour alpino, ma non solo. A testimonianza del legame forte tra uomo e montagna esistono luoghi, abbarbicati sulla roccia, dove ancora oggi si può respirare l'atmosfera autentica degli albori dell'alpinismo, dove le guerre hanno lasciato traccia. Il Rifugio Cinque Torri, inaugurato nel 1904, è una delle strutture storiche più longeve del comprensorio ampezzano. Meta ambita di generazioni di sportivi ha ospitato nel 1916 anche re Vittorio Emanuele III. Da qui si possono raggiungere in pochi minuti le vie della palestra di roccia delle 5 Torri e il Museo all'aperto della Grande Guerra con le trincee e le postazioni restaurate. Dalla cima del Nuvolau si gode di uno dei panorami più emozionanti dell'arco alpino. Qui, a 2.

575 metri di quota, si trova l'omonimo rifugio del CAI Cortina, il più antico delle Dolomiti. Già Paul Grohmann lo decantava nel 1877: «Un mare di montagne è davanti a noi, e sarebbe inutile volerle elencare o descrivere». Un colpo d'occhio che ripaga subito della fatica della salita.

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