Esercizio fisico contro l’obesità? Nei parchi è un gioco da ragazzi

Attrezzi innovativi per incoraggiare i bambini a fare ginnastica. Il Comune li sta piazzando in 25 giardini pubblici della città. Genitori divisi: molti sono entusiasti, per qualcuno i piccoli devono giocare di fantasia

I milanesi inferiori al metro e cinquanta sono avvisati: in parchi e giardini pubblici stanno atterrando misteriosi Ufo multicolori. Hanno l’etichetta di «giochi innovativi» ma sembrano sculture per un arredo urbano avveniristico. Tutto inizia nell’aprile 2008, quando la Giunta comunale approva la fornitura e l'installazione di 25 giochi in altrettante aree verdi cittadine per una spesa di 2 milioni 283 mila 194 euro. Non per i soliti scivoli e le solite altalene. «Ma per veri e propri oggetti di design - dice Maurizio Cadeo, assessore all’Arredo urbano - sicuri, conformi ai parametri Uni e realizzati con materiali innovativi, atossici, durevoli e resistenti». Dice un papà: «Ci eravamo appena abituati a vedere in alcuni giardini il “Conopalla” o la “Teleferica” ed ecco che arrivano già altri marchingegni: ma così i bambini si abituano a un consumismo sfrenato!».
Le nuove aree sono state collocate nei parchi più frequentati o dove preesistenti strutture di gioco risultavano insufficienti. In particolare, si chiamano Mobius e Evos i giochi progettati e ideati per misurare l’abilità, la forza e la voglia di sperimentare dei milanesi dai cinque ai 12 anni. Il primo è un percorso in alluminio fatto come un toboga su cui ci si arrampica grazie ad appoggi in gomma. Il secondo è una «centrale giroscopica di gioco» fatta con tubolari metallici rivestiti di materiali blu e gialli (o rossi e gialli) di disegno sferico, in cui sono raggruppati arrampicate, scivolo, archi, percorsi oscillanti e molto altro. «Si tratta di attrezzature - dicono gli esclusivisti italiani dei due prodotti, made in Usa - che incoraggiano l’attività fisica, in risposta al crescente problema dell’obesità infantile. Ma stimolano anche la fantasia dei più piccoli e contribuiscono al loro sviluppo psicologico attraverso il divertimento». E i bambini a ridotta mobilità? «Questi nuovi giochi - prosegue l’azienda - dovrebbero sempre essere inseriti accanto a quelli adatti ai bambini meno attivi; ma questa è una scelta del committente». Un esempio per tutti è il parco giochi dell’Idroscalo, che la stessa azienda ha realizzato nel 2002.
Già, ma cosa pensano delle nuove strutture i ragazzini e i genitori, dal momento che in alcuni parchi i «giochi innovativi» sono già in funzione e tutti e 25 saranno operativi entro breve? I mugugnatori e gli entusiasti si spartiscono equanimamente la scena. «Coi soldi che ha speso il Comune - dice Giandomenico, un giovane papà incontrato in piazza Leonardo Da Vinci, proprio vicino a una nuova struttura di gioco - forse sarebbe stato meglio risistemare il verde ormai penoso di questi giardini. I bambini - conclude - anche senza giochi pensati per loro, sono attrezzati a inventarne sempre di bellissimi».
Tra gli entusiasti, un manipolo di dodicenni che non si stancano di arrampicarsi sul nuovo “toboga” del parco Adriano, in fondo a via Trasimeno: «Facciamo a gara - dice una ragazzina - a chi percorre la salita e la discesa nel minor tempo possibile». Guardinghi, al contrario, gli assistenti ormai quindicenni che accompagnano al Parco Litta un gruppo di oratoriani della attigua parrocchia di Santa Giustina: «Questa arrampicata - dice Giovanni - è troppo pericolosa per i più piccoli. Niente da fare, non ce li mando. Se cade qualcuno, ci va di mezzo l’oratorio». E tutti si dirigono al vicino campetto di basket. Invece sembra soddisfatta una nonna incontrata al nuovo Parco dell’Acqua, ricavato su parte dell'ex area Innocenti, tra via Rubattino e via Pitteri: «Durante l'installazione - dice - i bambini venivano ogni giorno a controllare lo stato dei lavori. Erano ansiosi di provare questo gioco misterioso, pieno di tubi e di congegni strani, che poi è risultato molto gradito. Peccato - conclude la signora - che nelle vicinanze manchino panchine all’ombra per noi che li accompagniamo».


Ultima curiosità: nei parchi milanesi sono presenti 860 aree giochi, monitorate ogni quattro mesi da 30 tecnici del Comune che controllano il loro stato e, dove ce n’è bisogno, mettono a norma attrezzature e nuove pedane in gomma.

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