Muovendo una nuova pedina nel gioco strategico in atto da due mesi, la Corea del Nord ha condannato a quindici anni di lavori forzati Kenneth Bae, cittadino sudcoreano-americano. Il regime di Pyongyang - scrive l'agenzia di Stato, KCNA - ha giudicato l'uomo per crimini contro il governo, per una serie di reati non meglio precisati.
L'agenzia coreana ha spiegato che il processo che ha condannato Bae, presentato con il nome coreano di Pae Jun-ho, si è tenuto il 30 aprile. Il 44enne cittadino americano faceva parte - da tour operator - di un gruppo di cinque persone che a novembre si trovava nella città di Rajin per turismo. Da allora si trova nelle mani della polizia nordcoreana.
In Corea del Nord - spiega la Reuters - la condanna per i crimini di cui è accusato l'americano prevede una pena tra i cinque e i dieci anni di lavori forzati. Kenneth Bae ne sconterà quindici, più di tutti i suoi connazionali detenuti in passato per le stesse ragioni. Negli ultimi anni diversi americani sono stati fermati: tra di loro giornalisti e cristiani accusati di proselitismo.
Secondo quanto riportato dalla Yonhap, la più grande agenzia stampa della Corea del Sud, presto l'ex presidente statunitense Jimmy Carter potrebbe arrivare in Corea del Nord, per tentare di recuperare il dialogo con il regime e trattare il rilascio di Kenneth Bae. La notizia, di fonti diplomatiche, al momento non è stata confermata né da Seul né da Washington.
538em;">Il timore degli ameircani è che un viaggio dell'ex inquilino della Casa Bianca, da sempre impegnato per una soluzione al conflitto peninsulare, verrebbe interpretato come una vittoria dalla propaganda di Pyongyang, a cui gli Stati Uniti non vogliono porgere il fianco. Già in passato l'intervento di Carter e di Bill Clinton aveva portato alla liberazione di cittadini statunitensi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.