Il 17 gennaio 2011 Mohamed Bouazizi, un venditore ambulante tunisino, si dava fuoco per protesta, accendendo la scintilla da cui sarebbe scaturito un falò che arde ancora - a volte nel silenzio, come in Bahrein -, quello delle primavere arabe.
Il martedì successivo, il 25 gennaio, Giornata di celebrazione della polizia, venticinquemila persone scendevano in piazza al Cairo, dando il là alla rivoluzione di cui si fece simbolo piazza Tharir, che portò alla destituzione di Hosni Mubarak e alla creazione di un nuovo governo, gestito inizialmente dalle Forze armate, nella persona del feldmaresciallo Mohammed Hoseyn Tantawi.
A due anni di distanza, l'Egitto ha da poco votato un testo Costituzionale controverso, è retto dal governo di Mohammed Morsi, vicino alla Fratellanza Musulmana e fatica a trovare una sua identità politica condivisa, retto da un governo islamista.
Le differenze tra chi scese in piazza a dimostrare fin dal primo giorno e i Fratelli non sono da poco. A dimostrare la distanza tra le due posizioni - ricorda Limes - basta anche la discrepanza tra le date dell'anniversario rivoluzionario. Oggi festeggia (e contesta) chi a Tahrir mise piede per primo, il 28 la Fratellanza Musulmana, che quel giorno si unì alla protesta.
Il secondo anniversario della rivoluzione egiziana, a quasi un anno dall'elezione dell'ultimo governo del Cairo, è finora stato segnato da scontri e manifestazioni. Piazza Tahrir è tornata ad essere il fulcro della protesta, che questa volta contesta i Fratelli Musulmani, come due anni fa voleva la destituzione di Mubarak.
Gli slogan che si levano dalla piazza chiedono "la caduta del regime" e si scagliano contro il governo di Morsi. Da una parte i sassi dei manifestanti, dall'altra i lacrimogeni con cui le forze dell'ordine rispondono al tentativo di smantellare i muri in cemento eretti dalle forze di sicurezza. Le proteste, scoppiate anche ad Alessandria, avrebbero causato - secondo fonti mediche - circa 252 feriti.
Situazione critica a Suez dove le forze di sicurezza hanno sparato sulla folla che assaltava il governatorato causando almeno otto vittime.
Tra i morti una donna, due minori, uno di 15 ed un di 17 anni, e due militari, come riferisce il sito del quotidiano al Masry al Youm citando fonti mediche locali. Gli scontri a Suez si sono concentrati nelle vicinanze del palazzo del governatore, dove i manifestanti che hanno lanciato pietre e molotov contro la polizia. L’edifico alla fine è stato incendiato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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