India, il ministro Terzi: "Procedimento illegittimo" Notte in carcere per i marò

I marò in trappola. Il governo alza la voce, ma è troppo tardi. Il ministro della Difesa telefona ai due militari che da ieri sono ingiustamente rinchiusi nel carcere di Trivandrum. IL POSTER DEL GIORNALE Inviaci la foto del tuo poster appeso. FACCIAMOCI SENTIRE Scriviamo all'ambasciata indiana

India, il ministro Terzi: "Procedimento illegittimo" Notte in carcere per i marò

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò del battaglione San Marco, sono in prigione da ieri, nel carcere indiano di Trivandrum. Ci rimarranno per tre mesi, in custodia preventiva, in attesa che si faccia finalmente luce sulla vicenda che li ha visti coinvolti e si accertino le reali responsabilità nell'uccisione dei due pescatori indiani, per la quale sono accusati i due fucilieri che erano a bordo della Enrica Lexie. "L’Italia non ha chiesto aiuto o assistenza all’Unione europea per il caso dei marò arrestati in India", ha reso noto la portavoce della rappresentante per la politica estera europea confermando che Bruxelles "resta in stretto contatto con le autorità italiane".

Mentre si attendono i risultati della perizia balistica, che salvo ritardi dovrebbero arrivare in giornata, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha chiamato al telefono i due militari, rassicurandoli sul massimo impegno da parte delle istituzioni. "L'Italia è tutta con voi, al vostro fianco", ha sottolineato l'ammiraglio Di Paola, "lo siamo stati fino ad ora e continueremo ad esserlo".

In unb breve incontro con i giornalisti italiani, i marò hanno anche sottolineato di stare bene: "Abbiamo fiducia nel lavoro che stanno facendo le istituzioni".

De Mistura: "Latorre e Girone stanno bene"

E sulla vicenda che vede protagonisti i due militari italiani si esprime acnhe Staffan De Mistura, sottosegretario agli Esteri, che rimarca come Latorre e Girone si trovino in una struttura separata del loro carcere, che ne "preserva la dignità". "Li ho visti fino alle 3 di notte, ieri, - sottolinea - quando abbiamo ottenuto che portino la loro divisa in ogni momento e che siano separati da tutti i detenuti comuni, in una struttura interna verificata di persona".

Secondo il sottosegretario sarebbero tre i punti da tenere in considerazione riguardo alla vicenda che coinvolge i due militari. In primis che "in nessun Paese al mondo, in nessun caso dei militari in servizio vengono giudicati nel Paese non di origine". Poi un problema di giurisdizione: la Enrica Lexie si trovava in acque internazionali, non indiane. Infine la prova balistica,"fondamentale" per stabilire la verità dei fatti.

De Mistura cita anche un episodio simile a quello che ha coinvolto la nave italiana: "L’altro giorno una barca di pescatori qui è stata affondata di notte da un grosso naviglio che ha spento le luci ed è scomparso. Sono morti tre pescatori, due sono dispersi. La decisione italiana può essere letta dalle autorità indiane come atto di buona fede". Resta da chiarire perché la nave si sia diretta verso terra.

Terzi: "Procedimento illegittimo"

Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha convocato l'ambasciatore indiano a Roma, presentandogli "la ferma protesta" del governo per il comportamento tenuto dalle autorità indiane e criticando aspramente quanto in atto: "L’Italia non riconosce la legittimità, per carenza di giurisdizione", del procedimento giudiziario in corso.

Il ministro ha poi espresso la sua preoccupazione anche per il "clima di tensione e

di forte sentimento anti-italiano che si registra in India e in particolare nella regione interessata, sulla vicenda dei nostri due militari, con un possibile grave pregiudizio della correttezza" del giudizio.

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