Israele ha un nuovo presidente. È Reuven Rivlin, del partito Likud, lo stesso del premier Netanyahu. Al ballottaggio in parlamento (Knesset) ha ottenuto 63 voti contro i 53 dell'ex ministro centrista Meir Shitrit.
A 74 anni Rivlin sarà il decimo capo dello Stato israeliano, succede al 91enne Shimon Peres (laburista). Eletto la prima volta in parlamento nel 1988, è un esponente dell'ala più a destra del suo partito, quella vicina ai coloni, ma gode del rispetto anche degli avversari per il suo approccio legalitario e l'equilibrio dimostrato alla guida dell'assemblea. Ministro delle Comunicazioni dal 2001 al 2003, quando fu nominato presidente della Knesset, è considerato un "falco" del Likud, storico rivale in seno al partito del primo ministro Benyamin Netanyahu.
Ha ribadito anche di recente di essere contrario ad un accordo di pace con due stati e nel 2010 aveva dichiarato che avrebbe preferito vedere i palestinesi come cittadini di un grande stato comune, piuttosto che dividere il territorio. Riconoscendo che la fondazione d’Israele ha "provocato molto dolore" ai palestinesi, si dice sostenitore di "una vera cooperazione fra arabi ed ebrei". Ma nei giorni scorsi ha anche detto di non voler intervenire come presidente nelle decisioni politiche: "Non interverrò nelle decisioni della Knesset. I deputati decideranno della pace e dei confini d’Israele.
Non tocca ai presidenti determinare gli accordi fra Israele e i palestinesi, e il mondo arabo. Ma di creare un ponte fra le opinioni, facilitare il dialogo e la comprensione".
Detto "Rubi", Rivlin è nato a Gerusalemme il 9 settembre 1939. Sposato, è padre di quattro figli. Diventato presidente della Knesset dopo le elezioni del 2003, fu uno dei più aspri critici del piano di ritiro dalla striscia di Gaza voluto da Sharon.
Nel 2010, quando era ancora presidente del parlamento, ha ricevuto molte critiche dai conservatori e lodi invece dai liberal per non aver permesso l’espulsione dal parlamento di Haneen Zoabi, deputata arabo israeliana del partito Balaad, che aveva partecipato alla Flotilla per Gaza.
Provò a candidarsi pe rla presidenza già nel 2007, ma fu sconfitto da Shimon Peres. I suoi rapporti difficili con Netanyahu sono arcinoti e, secondo alcuni media, risalirebbero ai rispettivi padri. Malgrado sia il leader del Likud, Netanyahu non aveva sostenuto la candidatura di Rivlin. Alla fine però si è dovuto adeguare.
"La prima cosa che farò in veste di nuovo presidente d’Israele sarà dire grazie a tutti i miei veri amici", ha detto subito dopo l'elezione. Rivlin giurerà come nuovo presidente d’Israele il prossimo 24 luglio. "Da oggi in poi non sarò più un uomo del mio partito, il Likud, ma un uomo di tutto il popolo. Mi levo di dosso i panni dell’uomo politico. La mia residenza - ha aggiunto - sarà aperta a tutti: dalla destra nazionalista alla estrema sinistra".
Cosa ha detto Netanyahu
In un discorso di saluto il premier Netanyahu ha rilevato che due compiti principali attendono adesso Rivlin: "Unificare il popolo all’interno del Paese e rappresentare Israele nel mondo. Si tratta di un compito gravoso - ha aggiunto - in quanto Israele è il Paese più sfidato al mondo". Netanyahu - che per mesi ha esitato a sostenere la candidatura di Rivlin - si è detto comunque certo che il nuovo Capo di Stato "farà tutto il possibile" in quanto la sua personalità si basa su radici profonde attinenti "alla tradizione di Israele, alla tradizione sionista e alla tradizione ebraica".
Che poteri ha il presidente
In Israele il potere politico è in mano al primo ministro, ma il presidente ricopre numerosi ruoli di primo piano. E' lui, ad esempio, a scegliere un membro della Knesset che, dopo le elezioni, deve formare la coalizione di maggioranza.
Solitamente si tratta del leader del partito che ha la maggior parte dei seggi in Parlamento ma, con l'aumento dei partiti minori all'interno dell'assemblea, in linea teorica il presidente potrebbe avere maggiore influenza nella scelta del primo ministro.
Pubblico il patrimoni personale di Rivlin
Alla vigilia delle elezioni presidenziali i cinque candidati in lizza erano stati invitati a dichiarare pubblicamente i loro patrimoni, specie dopo lo scandalo che ha coinvolto il deputato laburista Benjamin Ben Eliezer, costretto a rinunciare alla corsa. Ben Eliezer, 78 anni, è sospettato di corruzione in connessione con l’acquisto di una abitazione di lusso a Giaffa. Sollecitati dal quotidiano di sinistra Haaretz, quattro dei cinque candidati hanno reso pubblici parzialmente o integralmente
l’ammontare dei loro averi. Rivlin ha dichiarato circa 3.8 milioni di shekel (760.000 euro) e entrate mensili per 30.000 shekel (circa 5.000 euro).