Il generale Camporini: "L'aereo? Potremmo non trovarlo mai"

L'ex Capo di Stato Maggiore: "Forse durante il dirottamento il velivolo è precipitato, senza carburante"

Il "muro della speranza" all'aeroporto di Kuala Lumpur
Il "muro della speranza" all'aeroporto di Kuala Lumpur

«Quando ho sentito la notizia della scomparsa di quel Boeing 777 ho pensato a una bomba, ma ormai l'ipotesi va decisamente esclusa». Il generale Vincenzo Camporini, 67 anni, è uno che di aerei e sicurezza se ne intende. Prima di occupare la poltrona di Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate dal 2008 al 2011 ha pilotato per decenni tutti gli aerei dell'aviazione militare italiana. Secondo il generale, l'ipotesi dirottamento è ormai l'unica in grado di spiegare la scomparsa del Boeing 777 della Malaysian Airlines. «Sono passati quasi dieci giorni. Nel caso di una bomba i resti sarebbero riemersi. Le rilevazioni dei satelliti ci dicono invece che l'aereo ha volato per molte ore dopo la scomparsa. Quindi l'ipotesi dirottamento mi sembra attendibile».

Ma basta spegnere i trasponder per non venir più visti?

«L'aviazione civile non usa più radar primari capaci d'identificare autonomamente un velivolo, ma soltanto radar secondari in grado di ricevere i dati di volo trasmessi dal transponder. Quindi se lo si spegne nessuno vede più nulla».

Nel frattempo un radar militare individuava una scia in senso contrario...

«Da noi si sarebbero levati in volo due intercettori per seguire la scia sospetta. O non se ne sono accorti o non hanno un sistema di difesa aerea con velivoli pronti al decollo immediato».

Si ipotizza sia atterrato in Pakistan o Afghanistan. È plausibile?

«Lo escluderei. In Afghanistan non ci sono solo truppe e aerei Nato, ma anche un dispiegamento capillare di radar primari. Sono zone montagnose, a bassa quota qualcosa può sfuggire, ma a medie e alte quote la copertura è totale. Un velivolo di quelle dimensioni non sfugge. Per riuscirci dovrebbe scendere a 15 metri, ma un Boeing 777 non è in grado».

Il pilota ha spento il sistema Acars prima dell'ultimo messaggio radio. Come mai nessuno lo ha notato?

«Il sistema Acars non è un sistema di sorveglianza, ma di manutenzione usato per trasmettere a terra i dati degli apparati di bordo e non viene seguito minuto per minuto. I dati vengono controllati solo prima dell'atterraggio per verificare che sia tutto a posto».

Dopo la scomparsa avrebbe volato sotto i 1700 metri.

«Il dato mi sembra buttato lì. Per evitare i radar bisognerebbe stare sotto i 1500 piedi pari a circa 500 metri quindi molto bassi. Dipende anche dallo schieramento radar. Una copertura totale non esiste. Per farcela potrebbe aver scelto zone dove i radar assicurano solo la copertura alle alte quote».

Un bravo pilota può farlo?

«Ormai i sistemi di navigazione Gps garantiscono precisione di navigazione assoluta e comparazione con il terreno immediata. Per quanto mi riguarda ricordo un atterraggio notturno sulla pista di Herat in Afghanistan con un Falcon a luci spente per motivi di sicurezza. Mentre mi abbassavo avevo sullo schermo tutte le indicazioni dei rilievi, delle strade e dell'orografia del terreno. Per portare l'aereo a terra mi sono basate le indicazioni del sistema».

Un Boeing 777 può atterrare su una pista di fortuna?

«Mi sembra fantascienza. Ha bisogno di una pista asfaltata larga una trentina di metri e lunga almeno due chilometri. Tra l'altro il 777 richiede sistemi di guida per l'atterraggio strumentale. Pilotarlo a vista richiederebbe un addestramento particolare. Un atterraggio così non si improvvisa».

I terroristi che uso possono fare di un aereo del genere?

«Ipotizzare la sottrazione di un aereo del genere per realizzare un piano successivo mi sembra complesso. Ci sono modi più semplici. Anche perché rimettere in volo quell'apparecchio equivale a innescare un allarme rosso planetario».

Le autorità malesi hanno qualche buon motivo per accusare i piloti?

«Su quell'aereo si erano imbarcati due clandestini con passaporti falsi. E anche la tempistica e le modalità di risposta all'allarme destano perplessità. Qualcuno potrebbe aver interesse a coprirsi il sedere».

Scopriremo mai la verità?

«Se l'aereo è stato dirottato e ha finito il carburante può essere precipitato in un raggio di migliaia di chilometri. Potremmo anche non ritrovarlo mai».

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