Non un colpo di Stato, ma un'azione concessa in casi estremi dalle norme vigenti. Così l'esercito thailandese ha giustificato il fatto di avere dichiarato questa mattina l'adozione della legge marziale e dispiegato i soldati nella capitale Bangkok.
Una mossa che il comandante delle forze armate, generale Prayuth Chan-Ocha, ha detto servirà a "portare il prima possibile la pace e l'ordine" nel Paese, da mesi attraversato da proteste anti-governative.
Insieme alla legge marziale, l'esercito ha emanato una serie di decreti, chiedendo tra l'altro alle emittenti televisive di interrompere i programmi e trasmettere in caso di necessità il canale dell'esercito. Una decina di stazioni schierate politicamente sono state bloccate dai militari. La vita a Bangkok continua al momento reg
Chaikasem Nitisiri, ministro della Giustizia thailandese, ha dichiarato che la decisione delle forze armate è stata presa senza consultarsi con il premier ad interim, Niwattumrong Boonsongpaisan, il quale ha auspicato che l'azione riporti la pace e chiesto il rispetto della Costituzione.
Molto più scettico il ministro dell'Istruzione, Chaturon Chaisang,
che teme i militari prendano il sopravvento. Dubbi anche dagli osservatori, che ritengono l'azione sia l'ultima spallata al governo. A inizio maggio il premier, Yingluck Shinawatra, era stata rimossa dal suo posto, colpevole di abuso di potere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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