Se mercoledì sera avesse fatto una passeggiata in piazza Tahrir, pochissimi tra le migliaia di persone che festeggiavano la deposizione del rais Mohammed Morsi lo avrebbero riconosciuto. Ieri mattina, il presidente della Corte costituzionale, il giudice Adly Mansour - capelli bianchi, occhiali e spalle larghi - ha giurato in diretta tv ed è diventato il leader del più popoloso Paese arabo. «L'uomo del mistero», lo hanno già ribattezzato i mass media nazionali e internazionali. «Saluto il popolo egiziano che ha provato al mondo che non si arrenderà», ha detto davanti alla Corte costituzionale presentandosi agli egiziani. «Guardiamo avanti a elezioni presidenziali e parlamentari basate sulla volontà del popolo», ha spiegato ritornando sui dettagli della road map rivelata mercoledì dal capo di Stato maggiore Abdelfattah Al Sisi.
Il giudice, 67 anni, è stato nominato presidente della Corte costituzionale proprio dal deposto Morsi e soltanto la settimana scorsa, per sostituire il suo predecessore andato in pensione. Avrebbe dovuto giurare domenica davanti al rais ma la cerimonia, nel pieno dei tumulti, è stata cancellata. Ha giurato direttamente da presidente. Mansour, che non è mai stato in politica e fino a qualche giorno fa era soltanto il numero due della Corte costituzionale, si trova ora alla testa di una transizione delicata, a lavorare sotto la supervisione dell'esercito. Il giudice ha assicurato che i militari resteranno «lontani dalla politica», ma in Egitto non tutti ci credono: «L'esercito sarà il vero arbitro del potere nel prossimo periodo», ha spiegato al New York Times l'avvocato per i diritti umani Naged Al Borai. In molti pensano che Mansour, che ha passato 20 anni ai vertici della magistratura, avrà un ruolo formale. Per altri invece, le sue competenze giuridiche serviranno a riscrivere la legge elettorale. Ha già avuto un ruolo nella stesura della legge che nel 2012 ha portato all'elezione di Morsi. La Corte costituzionale negli ultimi mesi avrebbe cercato d'abbassare le tensioni nazionali. Mansour potrebbe avere avuto una parte in questo tentativo che mirava a evitare la politicizzazione della Corte, racconta al Giornale Nathan Brown.
Il professore di Scienza Politica alla George Washington University, esperto di magistratura egiziana, ha incontrato più volte Mansour: «La mia impressione - spiega - è che non sia una figura del confronto. Come presidente ad interim credo che agirà in maniera cauta, consensuale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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