Sale la tensione. L’esercito nordcoreano ha ricevuto il definitivo via libera per uno "spietato" attacco nucleare contro gli Stati Uniti. Nel frattempo il Pentagono ha confermato l’invio a Guam del sistema di difesa missilistico. Anche la Corea del Sud non è disposta a stare a guardare e si dice pronta a intervenire con azioni militari. Abbiamo fatto il punto con Gabriele Segre, che lavora alle Nazioni Unite come consulente in tema di leadership politica e che per ilGiornale.it scrive il blog Pensiero Levante.
La notizia della sfida finale della Corea del Nord ci ha colpito a bruciapelo. Quanto c'è di vero?
"C'è molto di vero nella minaccia della Nord Corea sia nei confronti degli Stati Uniti sia nei confronti di Seul e del Giappone. L'escalation delle minacce va tenuta in serissima considerazione, anche se Pyongyang ci ha abituati a usare la minaccia e gli attacchi su piccola scala come strumento di contrattazione. Anche in questo caso non credo che ci possa essere né la volontà né la possibilità per attuare un attacco su larga scala. Piuttosto, come è già accaduto altre volte, potremmo avere a che fare con un'iniziativa militare tesa a risponderre a una necessità politica dettata soptrattutto dalle gravissime condizioni economiche che la Corea del Nord si trova ad affrontare".
Fino a che punto le minacce rimarranno tali?
"Il punto è che con la Corea del Nord tutto è imprevedibile dal momento che l'intelligence interna al Paese è molto limitata. A questo si aggiunge un'aggravante: il nuovo nuovo presidente, Kim Jong Un, deve essere ancora testato nella gestione delle crisi internazionali con i nemici storici. Per tutte queste premesse non è possibile determinare con certezza fino a che punto Pyongyang sia in gradio di spingersi. La grande incognita è se i nordcoreani si rendono conto della gravità e della serietà delle posizioni americane e sudcoreane. Non credo che questa volta Washington e Seul rimarranno a guardare nel caso in cui ci sia una provocazione militare da parte di Pyongyang".
La Corea del Nord è effettivamente in possesso della bomba atomica?
"La questione non è se hanno l'atomica ma se sono in grado di utilizzarla. Lanciare la bomba nucleare richiede tecnocologie avanzate, non solo per la bomba in sé ma anche per il vettore di lancio. Ad oggi gli esperti non ritengono che la Corea del Nord sia in grado di sferrare un attacco atomico efficace e capace di colpire il bersaglio. Il pericolo in queste ore non riguarda tanto la possibilità di un attacco nucleare bensì quella di un più probabile attacco su piccola scala che potrebbe egualmente arrecare ingenti danni".
Come si posiziona il Vecchio Continente in questo
conflitto?"In questo momento l'Europa è concentrata sui suoi problemi interni. Nostro malgrado anche in questa situazione dimostra di giocare un ruolo sempre più marginale nelle dinamiche di sicurezza internazionale".
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