L’europoltrona di Di Maio scatena l’ira dei 5 Stelle "Luigi è solo un arrivista"

Trombato alle Politiche, spunta un incarico nel Golfo. L’ex grillino Lannutti: "Servo del potere"

L’europoltrona di Di Maio scatena l’ira dei 5 Stelle "Luigi è solo un arrivista"

Silenzio assenso. In ambienti vicini a Luigi Di Maio la nomina dell'ex ministro degli Esteri come emissario Ue per il Golfo Persico è considerata cosa fatta, anche se il fu capo politico dei grillini preferisce non commentare, ma nemmeno smentire. Mentre per Maurizio Gasparri di Forza Italia l'incarico sarebbe «una vergogna» e «una provocazione nei confronti dell'Italia». Secondo le indiscrezioni, il nome del fondatore del partito meno longevo della storia, Impegno Civico, sarebbe stato inserito in una short list insieme ad altri tre ex ministri degli esteri europei. Si tratta del greco Dimitris Avramopoulos, del cipriota Markos Kiprianou e di un altro ex capo della diplomazia slovacco. La Commissione europea non commenta. Ma, stando a quanto trapela, Di Maio è già pronto a fare le valigie per Bruxelles e a prendersi la sua piccola rivincita nei confronti di chi lo prende in giro per il misero 0,7% raccolto dal suo partitino alle ultime politiche. Giggino ha prenotato un volo di sola andata per la capitale delle istituzioni europee. Intanto l'ex capo politico dei Cinque Stelle si muove su tutti i fronti. Mercoledì è stato avvistato all'Harry's Bar di Via Veneto a Roma con Paola De Micheli, lettiana, ex ministra delle Infrastrutture, ma soprattutto candidata alla segreteria del Pd.
La nomina a Bruxelles, caldeggiata da Mario Draghi, invece sta infiammando il dibattito sui social. E reagisce pure la politica. Se i contiani preferiscono «non dare troppa importanza all'«arrivismo di Di Maio sponsorizzato da Draghi», dal centrodestra si fa sentire Gasparri. «Apprendo con sconcerto che Luigi Di Maio sarebbe oggetto di valutazione da parte dell'Ue per un eventuale incarico da inviato per il Golfo Persico per occuparsi di gas e di energia. Sarebbe davvero assurdo che le istituzioni europee utilizzassero uno come Di Maio per un incarico rilevante e delicato», attacca il parlamentare. «Capisco che è disoccupato, ma si trovi un normale lavoro e non continui a portare all'interno di istituzioni la sua totale inadeguatezza. Personalmente riterrei da parte dell'Ue l'affidamento di un incarico a Di Maio una provocazione nei confronti dell'Italia. Di Maio invece che farsi inviare nel Golfo Persico si faccia inviare a casa e ci rimanga», continua l'azzurro, che chiede: «Quanto costerebbe l'incarico Ue? Su cosa si basa?»
Di Maio, che è riapparso sui social con un profilo privato, sceglie di tacere. Un silenzio beffardo, rivolto a chi ironizzava sul suo ritorno allo stadio San Paolo di Napoli in veste di bibitaro. L'ex titolare della Farnesina, nel frattempo, sfoglia la margherita dei papabili nomi dello Staff che lo seguirà a Bruxelles. L'ex senatore del M5s Elio Lannutti si sfoga. «Emissario fa rima con sicario di diritti, programmi, valori, dignità del M5S, svenduti al vile affarista, per 1/2 piatto di lenticchie. Il potere retribuisce i suoi servi!», twitta Lannutti. Carlo Calenda del Terzo Polo stavolta è costretto a tenere a freno la lingua perché la nomina di Di Maio avrebbe il benestare di Draghi. L'ex stellato Nicola Morra la prende alla larga.

«Il problema è l'uomo solo al comando, chiunque esso sia», riflette a proposito dell'incarico all'ex leader del M5s. Quel Di Maio che voleva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno e si è ritrovato il Persico.

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