Ieri sera, al tramonto, è iniziato il mese del ramadan per 2 miliardi di musulmani nel mondo. In Europa, secondo le stime, ce ne sarebbero più di 30milioni. E si notano, eccome se si notano. Dalla Germania alla Francia, passando per il Regno Unito, il continente europeo è "illuminato", letteralmente, dai simboli tipici dell'islam. E in Italia non va comunque meglio.
Le luminarie di Londra e della Germania
Nel Paese di Olaf Scholz sono due le città in cui sono state autorizzate le luminarie del Ramadan, Francoforte e Colonia, che insieme superano 1.8 milioni di abitanti. Due città dalla storia millenaria, dalla ruvida cultura teutonica, che hanno abdicato all'avanzata dell'islamismo. Lo stesso si può dire di Londra, dove le luminarie sono state affisse sulla rinomata Oxford street. Sono tanti quelli che si lamentano per la tendenza, tutta europea, a prostrarsi a una cultura che non è parte delle proprie radici e non sono pochi quelli che, nel Regno Unito, hanno ormai ribattezzato la città come "Londonstan". Certo, non stupisce, visto che il 12% degli abitanti della Capitale inglese è di fede musulmana, così come lo è il suo sindaco. E sono proprio gli inglesi quelli più stupiti da questa grande diffusione islamica in Paese che ha un legame profondo con le sue radici millenarie, che ne hanno forgiato la cultura, ormai annacquata.
Il consumismo francese del Ramadan
"I segnali di un’Europa islamizzata sono sempre più evidenti e preoccupanti", ha dichiarato Silvia Sardone, europarlamentare della Lega, in merito alle luminarie europee per il Ramadan, che a Londra sono state esposte per il secondo anno. In Francia, poi, dove secondo un recente sondaggio dell’Insee, che corrisponde all'Istat italiana, l'islam è la religione maggiormente seguita con il 5.8% di persone che si dichiara musulmano praticante contro il 4.3% dei cattolici. E così capita che nel proprio smartphone arrivino messaggi da parte delle società di delivery, che informano dei cambiamenti di orario dei ristoranti partner per rispettare chi segue il Ramadan. E, ancora, che sugli autobus ci siano i cartelloni pubblicitari degli alimenti concessi durante il Ramadan e che nei negozi si trovino libri e oggetti dedicati al mese sacro per l'islam. Ma non si tratta di una mera questione religiosa anche se, indubbiamente, da parte dei centri islamici che promuovono le luminarie e degli islamici che esultano per le stesse, c'è una certa soddisfazione nel vedere i simboli della propria religione ostentati nei Paesi occidentali.
Le strategie di marketing per l'Islam
Si tratta, in realtà, di una vera e propria operazione di marketing, come si evince dai consigli che vengono proposti dalla nota società di logistica tedesca Dhl. In un articolo pubblicato sul suo sito italiano lo scorso 29 marzo, infatti, la società definiva il radaman "un'opportunità per il tuo business". In questo documento vengono forniti diversi consigli su come sfruttarlo per migliorare il proprio business. Un vero e proprio vademecum in cui si consiglia ai commercianti di personalizzare "l’estetica del tuo sito con simboli ricorrenti durante il ramadan. La luna crescente, le stelle, i datteri, la moschea: sono esempi di elementi grafici associati a questa festa". E ancora, al punto due, si suggerisce di proporre "codici sconto e promozioni dedicati alla festività ramadan. Ricordali con notifiche push e reminder via newsletter" e al punto tre di declinare "il tema ramadan in campagne multi canale. Puoi usare per esempio anche i social media per aumentare la tua visibilità".
L'integrazione dell'Europa all'Islam
Il ramadan come evento consumistico in Europa al pari del Natale: ed è proprio questo il paragone che in queste settimane molti seguaci di Maometto hanno proposto a chi ha avanzato dubbi sull'opportunità delle luminarie. "Perché il Natale sì e il Ramadan no?", hanno chiesto, seriamente, a chi ha fatto notare che le luminarie erano, forse un eccesso. L'importanza delle radici e delle tradizioni occidentali sembra aver definitivamente ceduto il passo. Ed è colpa dell'Europa. "Sono segnali di un arretramento forte sulle nostre tradizioni a favore di quelle delle comunità islamiche.
In Europa sempre più scompaiono i simboli della cristianità e del Natale, vengono tolti i crocifissi dalle scuole, si nascondono le nostre tradizioni e la nostra identità", dice ancora Sardone, sottolineando che "certa sinistra vuole farci capire che siamo noi a doverci integrare e che l’Europa, in nome di un’inclusione a senso unico, deve aprirsi all’islamismo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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