L'Unione europea continua a spingere sul velo islamico come forma di integrazione, mentre nei singoli Paesi si va nella direzione opposta. La Francia, uno degli Stati in cui la presenza islamica è più massiccia, sta affinando le sue norme affinché venga tutelata la laicità garantita dalla Costituzione. In tal senso è stato vietato l'uso dell'hijab e dell'abaya negli uffici pubblici e nelle scuole, proprio perché è vietata l'esposizione di simboli religiosi nel Paese transalpino.
Tuttavia, finché l'Europa continuerà a utilizzare il velo nella sua propaganda, trasformandolo quasi in una scelta estetica delle donne e privandolo di quelle caratteristiche repressive che, invece, lo caratterizzano nella religione musulmana, ci sarà sempre una sensazione di forte ipocrisia nelle istituzioni. Anche perché gli stessi che oggi inseriscono le donne velate nelle comunicazioni ufficiali delle istituzioni europee sono gli stessi che protestano al fianco delle donne in Medioriente che chiedono di avere la libertà di scelta. E non va dimenticato che in Italia di recente una ragazza, Saman Abbas, è morta perché non voleva seguire i dettami della cultura islamica ma voleva vivere "all'occidentale". E come Saman, purtroppo, ce ne sono state tante e ce ne saranno ancora. Che sia in corso l'islamizzazione dell'Europa è fatto noto, che sia quasi istituzionalizzata è sotto gli occhi di tutti.
"Oggi durante la discussione in aula per ricordare la morte di Mahsa Amini ho indossato una maglia con la scritta ‘No al velo islamico’ per denunciare l’incredibile ipocrisia dell’Unione Europea. Io mi vergogno di un’Unione Europea che finge di sostenere la protesta delle donne iraniane e di ricordare il coraggio di Mahsa Amini", ha detto Silvia Sardone, eurodeputato della Lega. Masha Amini è la ragazza iraniana uccisa di botte perché il suo velo non era messo in maniera adeguata. "Mi vergogno perché sono proprio le istituzioni europee a promuovere il velo islamico. Ormai sono anni che vediamo l’hijab rappresentato in chiave positiva nelle comunicazioni e sui social delle istituzioni europee", ha proseguito Sardone.
E ancora: "Io mi vergogno di un’Unione Europa succube dell’Islam. Io mi vergogno di un’Unione Europea che vede il velo islamico come strumento di integrazione e diversità quando invece opprime le donne. Io mi vergogno di un’Europa che gira le spalle alle tante donne che vogliono essere libere di non portarlo, di vestirsi come preferiscono".
Proprio per le troppe distorsioni che avvolgono il velo, Sardone spiega che "il Parlamento Europeo non può continuare a essere ondivago su questo tema: il rischio, dietro l’angolo, è una crescente islamizzazione dell’Europa. Oggi più che mai bisogna ribadire che il velo islamico non è un simbolo di libertà ma di sottomissione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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