Dopo la visita del presidente del Consiglio Ue Charles Michel a Roma Giorgia Meloni lancia un mini-tour europeo che nella giornata di venerdì 3 febbraio la porterà a Stoccolma prima e a Berlino poi. Due tappe non casuali, perché Svezia e Germania sono due delle nazioni chiave con cui interloquire in questa fase critica. E la missione di Meloni è di spiccata vocazione europeista. Di fronte all'austera Germania e alla Svezia patria del modello nordico sarà Meloni, infatti, a promuovere le istanze più "europeiste".
In Svezia la priorità sono i migranti
A Stoccolma Meloni dovrà promuovere l'agenda italiana per un piano europeo comune di gestione dei flussi migratori. L'interlocutore è il governo di centrodestra di Ulf Kristersson, guidato dai Moderati membri del Partito Popolare Europeo e supportati dall'esterno dai Democratici Svedesi, seconda formazione del Paese e alleati di Fratelli d'Italia nei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr).
La Svezia è presidente di turno dell'Unione Europea e a inizio anno ha ricordato che nel suo semestre non accelererà sulla gestione della crisi migratoria. Ulf Kristersson ha dichiarato che farà avanzare i lavori per promuovere una nuova intesa sui migranti, la redistribuzione e la gestione dei confini. Ma nessuna tabella di marcia accelerata rispetto all'ipotesi iniziale che prevedeva un accordo finale entro il 2024 sarà imposta dalla presidenza svedese.
Meloni vuole bissare il successo delle prime settimane di governo, quando l'esecutivo ceco del conservatore Petr Fiala, presidente di turno dell'Ue, guidò a fine 2022 una mediazione sul tetto al prezzo del gas modificando la proposta della Commissione Europea (275 euro al MWh) in senso più favorevole ai Paesi del Sud Europa (180 euro) dopo la richiesta italiana. Ora l'idea è di cercare di ottenere una visione comune che spinga le capitali europee a richiedere una modifica delle leggi europee sull'immigrazione. Cosa, del resto, ricordata dallo stesso Michel in visita a Roma, che ha ribadito l'importanza di considerare confini esterni dell'Ue quelli marittimi italiani. E Meloni ha ribadito la necessità di "avanzare con urgenza" ai margini dell'incontro con Michel.
La missione di Meloni a Berlino punta sugli aiuti di Stato
La seconda tappa, nel pomeriggio, sarà quella di Berlino dove di fronte a Olaf Scholz Meloni dovrà parlare principalmente del nuovo piano europeo sugli aiuti di Stato.
Il timore di Roma è che il combinato disposto tra l'innalzamento dei tassi della Bce, il ritorno delle regole di bilancio e una disciplina rilassata sugli aiuti di Stato favorisca di fatto i Paesi con più margine di manovra sul debito, come la Germania. Una necessità di accordi comuni in materia emerge anche a proposito della possibile risposta europea ai sussidi dell'Inflation Reduction Act americano.
“Preoccupa”, ha dichiarato Meloni nella sua recente visita ad Algeri, “che l'Ue pensi di poter risolvere il problema della scarsa competitività delle nostre aziende, anche a fronte degli ingenti investimenti degli Usa alle loro aziende, solo con un allentamento della normativa sugli aiuti di stato. Determinerebbe una distorsione del mercato interno”, già condizionato nel 2022 dagli aiuti energetici che hanno gonfiato i sussidi in Europa. La Germania ha infatti messo in campo il 53% dei 672 miliardi di euro di aiuti di Stato promossi dall'Ue nel 2022; l'Italia solo il 7%.
Roma necessita di avere chiarezza e di aprire a una gestione ordinata dei sussidi per evitare un'eccessiva distorsione del mercato. La Germania è in quest'ottica pronta alla guerra economica con gli Usa, Meloni e l'Italia la vogliono evitare per non finire schiacciati assieme a buona parte del Vecchio Continente. Dal confronto con Scholz si capirà molto delle prospettive dell'esecutivo.
La missione di Meloni, in vista del 9-10 febbraio, date del Consiglio Europeo, è di matrice strategica notevole. E mostra la volontà d'incidere di un governo che è attivo in Europa e gioca su ogni tavolo da oltre cento giorni.
Una scommessa importante, quella del premier: ottenere sponda da Kristersson e Scholz per promuovere in Europa da Paese sovrano l'Italia. Senza ghettizzazioni di sorta, ma con la volontà di incidere con unapolitica estera assertiva e pragmatica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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