La scelta di Meloni e il suo elettorato

Tajani, Meloni e l'Europa: cosa dice la volontà degli elettori

La scelta di Meloni e il suo elettorato

All'attenzione di Alessandro Sallusti
All'attenzione di Vittorio Feltri
Buonasera Direttori, scrivo ad entrambi perché vorrei dare la mia opinione sui comportamenti di Tajani e Meloni e sui miserevoli accordi, ormai platealmente allo scoperto, per accaparrarsi le migliori poltrone in Europa, infischiandosene ancora più platealmente delle indicazioni degli elettori (e poi si lamentano del disastroso astensionismo). E siccome in due editoriali di qualche giorno fa avete espresso, legittimamente, posizioni un po' diverse sui due personaggi, scrivo ad entrambi per «par condicio» (come si usa dire oggi).
Io avevo un grande rispetto ed una grande stima per Tajani, per il suo buon senso e per il feeling che aveva instaurato con Meloni. Ma gli ultimi avvenimenti mi hanno profondamente deluso, per due motivi principali:
1) Tajani non è l'ultimo arrivato nel Ppe, è anzi uno dei massimi esponenti, per cui avrebbe POTUTO e DOVUTO imporsi molto di più con Weber, contro il modo quanto meno ambiguo, per non dire peggio, con cui hanno portato avanti le consultazioni e la scelta dei top. Non è ammissibile inchinarsi ai voleri di un Macron o di uno Scholz, battuti vergognosamente nei loro Paesi, senza opporsi con i fatti, e non con timide speranze per il futuro, per fare entrare negli iter decisionali una Meloni, che è l'unica ad aver vinto decisamente le elezioni europee.
2) Tajani, per portare avanti Ursula, è arrivato addirittura ad allearsi con i Verdi, per non parlare dei Dem, già alleati nell'Ursula 1, Verdi che sono stati fautori delle più pericolose iniziative della Ue nel campo ambientale, con riscontri drammatici per le economie di molti Paesi, fra cui l'Italia. Ma con che faccia può sentirsi fiero di aver favorito l'Ursula 2 e dichiarare testualmente: «Il programma presentato ci ha convinto e l'abbiamo votata perché molte delle proposte di FI sono state accolte da Ursula». Forse perché erano proposte di FI (9-10%), ma non del governo italiano, composto anche da Lega (9-10%), ma soprattutto da FdI (29-30%).
Concludo riflettendo che a tanti nostri politici manca spesso la coerenza, pur di salvare le poltrone, e forse per questo la Meloni è arrivata dal 5-6% al 29-30%, perché è sempre stata coerente.
Vi ringrazio per l'attenzione, vi invio cordiali saluti e vi auguro buon lavoro.
Gianni Locatelli
(Roma)

Caro Gianni,
specifico subito che non rispondo per conto del collega Sallusti. Un giornale non è una caserma ma un luogo di confronto di diversi punti di vista o prospettive da offrire al lettore affinché questi si senta esortato a compiere le sue proprie riflessioni e a formarsi una sua opinione personale. Io l'ho sempre concepito in questa maniera, vivendo in uno Stato civile e democratico che difende il valore del pluralismo, in primis quello delle idee. Non condivido ma difendo il pensiero di Sallusti, e questo è quanto. Io penso di essere stato abbastanza chiaro: appoggio completamente la scelta della premier Meloni e mi auguravo che ella agisse proprio nel modo in cui ha agito, conservandosi coerente e fedele ad un elettorato che ha votato e scelto Fratelli d'Italia quale primo partito e tutto il centrodestra sulla base di un programma politico che si pone agli antipodi rispetto al programma con il quale Ursula von der Leyen si è presentata davanti ai parlamentari di tutta Europa chiedendo loro la fiducia. Una fiducia che Meloni non avrebbe appunto potuto concedere senza contravvenire agli impegni assunti già con milioni di elettori italiani. Qui non si tratta di interessi di partito, come è stato insinuato, ma di rispetto della democrazia e del principio che il potere sta al popolo, che la sovranità appartiene al popolo. Meloni non aveva altra scelta in virtù di questo principio che ella ha sempre onorato. La difesa dell'interesse personalistico o di partito semmai risiede altrove, risiede, ad esempio, nella decisione di Tajani, individuo che non stimo e che mal digerisce le critiche, di staccarsi dalla maggioranza allo scopo di giurare fedeltà ad Ursula von der Leyen la quale ha presentato un programma di sinistra, forse anche estrema, che chiunque si dichiari di destra, o conservatore, o moderato, non può assolutamente sposare.

Ma, come sai, determinate decisioni si pagano. E il fatto che tu, come tanti altri lettori, mi scriva per dichiararti deluso da Tajani è prova che l'operato del leader (parolone in riferimento a quest'uomo) di Forza Italia ha fatto contenta soltanto Ursula e che gli elettori, alla prima occasione, manifesteranno il loro disappunto, cioè non appena avranno occasione di votare.

Tajani potrà però consolarsi: adesso Ursula, la quale si appresta peraltro a passare qualche guaio giudiziario, gli sarà grata, in quanto egli ha fatto il bravo bambino, il bravo ometto, il bravo soldatino.

Peccato che gente così non goda di vero rispetto neppure da parte di coloro che è disposto a servire senza indugi.

Il potere è ingrato: più ti pieghi e più la prendi in quel posto lì, ti lascio immaginare dove.

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