Il presidente del Consiglio europeo Michel ha annunciato sui social che il vertice ha deciso di aprire i negoziati di adesione con l'Ucraina e Moldavia. È stata "una decisione del Consiglio e nessuno ha obiettato", ha spiegato una fonte Ue. Lo stesso è accaduto per la concessione dello status di candidato per la Georgia. "L'Ue aprirà i negoziati con la Bosnia-Erzegovina una volta raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione e ha invitato la Commissione a riferire entro marzo in vista di tale decisione", ha aggiunto Charles Michel su X. Nelle conclusioni si legge che "con l'allargamento dell'Unione, il successo dell'integrazione europea richiede che le politiche dell'Unione siano adeguate al futuro e finanziate in modo sostenibile, sulla base dei valori su cui si fonda l'Unione, e che le istituzioni dell'Ue continuino a funzionare in modo efficace". Nel passaggio relativo alle riforme con cui accompagnare l'allargamento si legge anche che il Consiglio affronterà nelle prossime riunioni il tema delle riforme interne, così da avere per l'estate del 2024 una tabella di marcia per i lavori.
L'espansione dell'Ue a est
Lo stesso presidente, durante il punto stampa, ha dichiarato: "Vogliamo sostenere l'Ucraina, è una decisione molto potente. Stasera penso al popolo ucraino. Siamo al loro fianco. E questa decisione fatta dagli Stati membri è estremamente importante per la credibilità dell'Ue". Fonti dell'Ue fanno sapere che il premier ungherese Viktor Orban non era presente nella sala del Consiglio Europeo quando è stata tenuta la votazione sull'allargamento. La decisione resta valida perché viene considerato come "non votante" e la decisione è considerata legalmente valida. Un alto funzionario ha fatto sapere che Orban "ha lasciato momentaneamente l'aula del vertice Ue durante la decisione sull'Ucraina in modo costruttivo e concordato in anticipo". In una dichiarazione successiva, Orban ha definito questa come "una pessima decisione".
Ursula von der Leyen su X ha esultato: "Un giorno che rimarrà impresso nella storia della nostra Unione. Orgogliosi di aver mantenuto le nostre promesse e felici per i nostri partner". Con una nota di Palazzo Chigi, presidente del consiglio, "esprime grande soddisfazione per i concreti passi avanti nel processo di allargamento raggiunti al Consiglio europeo per Ucraina, Moldova, Georgia e Bosnia Erzegovina". Il premier aggiunge che questo è "un risultato di rilevante valore per l'Unione europea e per l'Italia, giunto in esito a un negoziato complesso in cui la nostra Nazione ha giocato un ruolo di primo piano nel sostenere attivamente sia i paesi del Trio orientale sia la Bosnia Erzegovia e i Paesi dei Balcani occidentali".
Le sanzioni anti-russe
Mentre da una parte l'Europa apre all'ingresso dell'Ucraina e della Moldavia in Ue, col cambiamento di status per la Georgia, è stato anche approvato il nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia, il 12esimo, da quando ha invaso il Paese di Zelensky nel febbraio 2021. Lo si legge nelle conclusioni della prima giornata di Consiglio.
Il bilancio europeo
Ma sul tavolo i temi sono numerosi e tra questi era in programma anche la revisione dell'Mff 2021-27. Durante la discussione, Giorgia Meloni ha sollevato il tema della necessità di avere nuove "risorse proprie" per l'Ue, visto che i nuovi fondi previsti nella "negobox" e le riallocazioni proposte non bastano a coprire le necessità finanziarie per tutti i capitoli. Il premier italiano non è stato l'unico rappresentate ad avanzare questo tema, perché anche altri leader si sono uniti a lei su una richiesta che da tempo viene proposta dal parlamento europeo. Quello del bilancio europeo, ha detto Michel, "è un dibattito difficile" ma, ha aggiunto, "sono fiducioso che nelle prossime ore riusciremo a prendere una decisione e a essere uniti su questo tema sostenendo l'Ucraina con una maggiore assistenza finanziaria".
Fonti diplomatiche fanno sapere che sul bilancio è in corso una riunione ristretta tra Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia alla quale stanno partecipando anche il presidente del consiglio europeo, Charles Michel, e I'll presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
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