
Sabato scorso sono scese in piazza, davanti a Palazzo Marino, per chiedere «una legge Salva Famiglie subito». Hanno consegnato simbolicamente al Capo di Gabinetto del sindaco, il Pd Filippo Barberis, un cassa con le chiavi degli appartamenti in cui non riescono - e forse non riusciranno mai - ad entrare a causa delle indagini sull'urbanistica milanese. Sono le «Famiglie sospese», comitato dei proprietari di alloggi in immobili sequestrati o sotto inchiesta. E hanno già sborsato acconti da decine o centinaia di migliaia di euro. Speravano di uscire dall'incubo con l'approvazione del ddl Salva Milano in Senato ma è finito su un binario morto, dopo il primo arresto il sindaco ha preso le distanze, il Pd era già spaccato e ha colto la palla al balzo, solo Forza Italia con il vicepremier Antonio Tajani continua a ribadire che la norma va votata per salvare imprese e famiglie. FdI pone come condizione le dimissioni della giunta Sala, la Lega non è disponibile ad approvare il ddl se persino Sala e i dem prendono le distanze. Al momento, è slittata almeno alla prossima settimana l'Ufficio di presidenza della Commissione Ambiente in Senato che deve decidere se fissare una nuova scadenza per gli emendamenti o rinviare «sine die». In questa situazione di incertezza, oggi alle 16.30 Sala incontrerà comunque i portavoce del comitato. Sabato scorso era a Roma alla manifestazione per l'Europa «ma ho chiesto a Barberis di incontrarli e fissare un appuntamento» che ci sarà oggi ha spiegato. «Cosa possiamo fare è ancora tutto da capire - ammette il sindaco -. É ovvio che dovremo parlarne con l'Avvocatura ma intanto è importante sentire le loro opinioni». Filippo Borsellino, tra i fondatori del comitato, anticipa: «Quello che chiediamo è responsabilità e soluzioni. Speriamo che l'incontro sua un primo passo verso quella direzione». Sulla questione dell'urbanistica Sala è nervoso. Ieri a margine si «Milano Housing Caldera» (31 alloggi a canone calmierato realizzati dalla cooperativa Spazio Aperto Servizi in via Caldera, zona Quinto Romano) ha risposto stizzito ai giornalisti che gli chiedevano conto delle nuove costruzioni realizzate con Scia nel mirino dei pm e sugli oneri al ribasso. «Siamo in giudizio, alla fine vedremo chi ha ragione. Le intercettazioni uscite non c'entrano nulla con quello che ha fatto il Comune negli anni, mettiamo le cose in chiaro. Abbiamo applicato queste regole per 13 anni e riteniamo di aver applicato la legge. Quando il giudice emetterà una sentenza ne prenderò atto» la replica.
Per chiudere, il sindaco ha invitato il ministro della Cultura Alessandro Giuli a Milano per fare il punto su tre progetti aperti che fanno capo al Mic: «Il Museo Nazionale della Resistenza, la Beic» su cui è aperta l'inchiesta sulla gara e ci sono state nei giorni scorsi osservazioni da parte della Corte dei Conti, ma il cantiere procede, e sul «progetto della Magnifica Fabbrica della Scala a Rubattino, costa 120 milioni e ne abbiamo a disposizione la metà, potremmo partire con i magazzini e realizzare i laboratori in un secondo momento.
Abbiamo due vie, farci aiutare dal governo, ma non arrivano notizie positive e al cda della Scala ho chiesto ai 2 consiglieri che ne sono espressione di dare una mano, o trovare un finanziamento per procedere con tutto il progetto».
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