Un fanatico islamico tenta di uccidere l’autore delle vignette su Maometto

Kurt Westergaard, cinque anni fa, era diventato famoso senza volerlo, con le sue vignette su Maometto. Su di lui si abbatterono offese e minacce da parte di tutto il mondo musulmano, indignato per le caricature dedicate al profeta dell'Islam. Un'offesa che sembra non essere stata dimenticata, visto che nella notte fra venerdì e sabato un ventottenne somalo vicino ad Al Qaida si è introdotto nell’abitazione dell’artista in Danimarca e ha tentato di ucciderlo a colpi d'ascia, costringendolo a chiudersi in una stanza «assediato» mentre il terrorista cercava di raggiungerlo gridando «vendetta» e «sangue».
Fortunatamente per Westergaard, che ora è stato messo al sicuro in un luogo segreto, la polizia è intervenuta in tempo, fermando l'uomo e ferendolo a una gamba e a una mano, riuscendo a impedirgli di introdursi nella casa del settantaquattrenne vignettista. Il somalo, che ha regolare permesso di soggiorno in Danimarca, una volta scoperto si è gettato contro la pattuglia intervenuta e ha scagliato l'ascia contro un poliziotto che cercava di bloccarlo, dando il via allo scontro in cui è rimasto ferito.
Un tentato omicidio che, sotto molti punti di vista, era atteso: già nel 2008, infatti, solamente quattro arresti all'ultimo minuto avevano sventato un attentato contro il vignettista che riceve montagne di minacce di morte e che è sotto protezione costante da parte della polizia nella sua casa di Arhus, nell'ovest della Danimarca, e l'escalation degli ultimi giorni aveva fatto temere nuove azioni. E se non fosse stato per questa sorveglianza speciale, Westergaard sarebbe stato sicuramente ucciso dal giovane somalo, che, dopo un breve passaggio in ospedale dove sono state curate le ferite che ha ricevuto, è già stato portato in carcere e posto in custodia cautelare per quattro settimane, con 14 giorni di isolamento, prima che venga processato per il duplice tentato omicidio e di scoprire se abbia agito da solo o se invece fosse accompagnato da complici.
Secondo il Pet (i servizi segreti danesi), infatti, «l'uomo ha legami stretti con i terroristi somali di Al Shabaab e con i leader di Al Qaida nell'Africa orientale» e sarebbe responsabile di azioni in tutto il continente nero. E proprio lì, infatti, la notizia del tentativo di attentato è stata accolta «con gioia» dagli insorti somali di Al Shabaab. In una conferenza stampa a Mogadiscio, il portavoce del gruppo terroristico islamico, Ali Mouhamud Rage, ha spiegato che il vignettista danese è un «diavolo» e che il gruppo ha accolto «con gioia la notizia dell'incidente nel quale un giovane musulmano somalo ha attaccato il diavolo che ha ingiuriato il profeta Maometto». In ogni caso il gruppo non ha rivendicato la paternità dell'azione, che «può essere stata opera di qualunque altro gruppo che difende la religione ed il Profeta». Rage, poi, ha anche lanciato un appello a tutti i musulmani affinché «prendano di mira le persone come il danese diabolico o come lo scrittore britannico Salman Rushdie, che hanno offeso la nostra religione e il nostro profeta».
Un'offesa costituita dalle vignette che il quotidiano danese Jyllands Posten aveva pubblicato nel 2005, in cui si vedeva, fra le altre cose, Maometto con un turbante a forma di bomba. Le vignette avevano subito provato violente manifestazioni anti danesi in diversi paesi dove la maggioranza della popolazione è islamica e anche in Italia avevano causato problemi dopo che Roberto Calderoli, all'epoca ministro delle Riforme, le aveva fatte intravedere, stampate su una maglietta, in un'intervista al Tg1 del 2006. Sempre nel 2006 tre ambasciate danesi erano state attaccate e nei disordini successivi erano morte una cinquantina di persone fra Medio Oriente, Africa e Asia.
D'altra parte, sulle caricature, si era espresso addirittura il leader di Al Qaida, Osama Bin Laden, che l'anno scorso, in un messaggio, disse che l'Europa sarebbe stata punita per le caricature: dopo questa presa di posizione le autorità statunitensi avevano arrestato a Chicago due uomini che stavano progettando un attentato a Westergaard.

Un arresto che non ha costituito un unicum: nella stessa Danimarca, dove i musulmani sono circa il 3 per cento della popolazione, diversi giovani islamici sono stati arrestati per aver pianificato atti terroristici con bombe o armi da fuoco in reazione alla vignette.

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