Caldo estivo, ecco come proteggere al meglio la salute dei reni

Chi soffre di problematiche ai reni dovrà stare molto attento soprattutto nel periodo estivo: ecco le raccomandazioni principali

Caldo estivo, ecco come proteggere al meglio la salute dei reni
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Sebbene l'estate sia il periodo dell'anno più atteso da milioni di italiani perché è soprattutto sinonimo di mare e vacanze, la salute del nostro organismo può essere spesso compromessa a causa del caldo. Nel caso specifico, a soffrire possono essere i nostri reni come ha denunciato la Sin (Società Italiana di Nefrologia) che ha spiegato quali devono essere le pratiche corrette per il giusto funzionamento degli "spazzini" del nostro organismo.

Quali sono i rischi

L'aumento delle temperature unito a troppo alcol, alimentazione con troppi grassi e proteine, l'eccessiva sudorazione, gli ambienti surriscaldati e bere troppa o troppo poca acqua mettono a rischio i nostri reni che "assicurano l'equilibrio degli elettroliti e dei liquidi dell'organismo, eliminando le principali scorie del metabolismo. In condizioni di salute i reni lavorano meglio e con meno fatica in regime di diluizione, cioè quando si assumono molti liquidi, eliminando più rapidamente le sostanze nocive", spiegano gli esperti all'AdnKronos. Chi, però, soffre di insufficienza renale cronica non deve fare l'errore di bere troppi liquidi perché gli stessi reni non riescono a eliminare quelli in eccesso con la comparsa di ritenzione idrica che può portare allo scompenso cardiaco.

"Quando l'insufficienza renale è tale da richiedere la dialisi - ha affermato il presidente della Sin, Stefano Bianchi - si deve addirittura bere pochissimo, nonostante la forte sensazione di sete. Ai pazienti in dialisi bisogna sempre ricordare di ridurre sale e alimenti salati soprattutto d'estate per ridurre la sete; il diffuso 'rimediò del cubetto di ghiaccio da succhiare è valido soltanto se, nell'arco della giornata, vengono assunti 2-3 cubetti, perché il ghiaccio, chiaramente, non è altro che acqua e conta la quantità totale".

Cosa succede ad anziani e ipertesi

Soprattutto nel trimestre estivo, con il caldo costante anche all'interno delle abitazioni, a essere maggiormente a rischio sono gli anziani e gli ipertesi che seguono una terapia per la loro patologia. "D'estate è molto importante controllare spesso la pressione arteriosa agli anziani, perché come è noto il grande caldo tende a farne ridurre i valori anche in modo significativo", ha affermato Mariacristina Gregorini, segretario Sin e direttore Sc Nefrologia e Dialisi Ausl-Irccs di Reggio Emilia. Se la pressione si riduce troppo, si ha quella che si definisce "ipoperfusione degli organi interni", ossia scarsa irrorazione sanguigna per il cervello, il cuore e i reni che funzionano male fino ad arrivare a quadri in cui si parla di insufficienza renale acuta.

Le raccomandazioni principali

Nonostante possa fare molto caldo le terapie in atto non devono essere sospese ma, semmai, rimodulate con il proprio nefrologo o medico di famiglia che conosce il quadro clinico del paziente. Anche in questo caso, quindi, assolutamente vietato il fai-da-te. Nel vademecum dei nefrologi, quando c'è il rischio che l'organismo possa essere disidratato, c'è quello di contattare subito un medico in caso di vomito o diarrea per l'eventuale accumulo e mancato smaltimento di alcuni farmaci che si assumono come gli "ace inibitori, sartani, diuretici, metformina, glifozine".

Infine, valgono sempre e per tutte le età, ovviamente maggiormente per i fragili, alcune raccomandazioni quali: evitare di uscire quando fa troppo caldo, evitare troppi sforzi fisici e stare in ambienti climatizzati stando attenti all'idratazione del proprio organismo.

Meglio preferire pasti leggeri e non abbondanti a base, specialmente, di pasta, frutta e verdura e fare attenzione all'alcol, da evitare in modo assoluto per chi soffre di patologie che potrebbero compromettere la funzione renale e non solo.

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