I punti chiave
Lo vediamo in maniera tangibile "toccando con mano" che, spesso e volentieri, l'età anagrafica non corrisponde all'età biologica: una qualsiasi persona di 30, 40, 50 anni ma anche di 80 e 90 anni potrebbe "dimostrare" più o meno dell'età registrata al momento della nascita. I motivi sono complessi e molteplici ma molto dipende sia dalla genetica ma anche dallo stile di vita, in senso ampio, che ognuno di noi conduce con in primis l'alimentazione e lo sport stretti alleati, da sempre, del nostro organismo.
Ecco come si "calcola"
Per la premessa appena fatta, è chiaro che due soggetti di 70 anni di cui uno sportivo, magro, che osserva una dieta mediterranea contro un altro che fuma, beve, è in sovrappeso e non fa sport hanno chiaramente età biologiche diverse. Ma come fa a essere dimostrata? Lo hanno spiegato alcuni ricercatori nell'ultimo studio in ordine di tempo pubblicato sulla rivista Nature dal titolo Stima dell’età biologica utilizzando biomarcatori del sangue circolante. Come si intuisce, lo studio ha preso in esame 60 diversi biomarcatori presso la biobanca del Regno Unito. "L'età biologica è stimata come l'età equivalente all'interno della popolazione dello stesso sesso che corrisponde al rischio di mortalità di un individuo. I valori variavano tra 20 anni più giovani e 20 anni più vecchi rispetto all'età cronologica degli individui, esponendo l'entità dei segnali di invecchiamento contenuti nei marcatori del sangue", hanno dichiarato i ricercatori.
I metodi
Se è vero che negli ultimi decenni sono stati utilizzati vari biomarcatori che hanno preso in esame la lunghezza dei telomeri, piccole porzioni di Dna che si trovano alla fine di ogni cromosoma, è stata utilizzata la proteomica (individuazione delle proteine rispetto a struttura, funzione e attività), la metabolomica (l'insieme dei metaboliti di un organismo biologico, ossia il risultato finale della sua espressione genica), e infine la glicomica (biomarcatori utili per la diagnosi e la terapia di patologie congenite, tumorali e infiammatorie), il metodo più efficace per dimostrare l'età biologica sono i biomarcatori clinici basati sul sangue "che hanno dimostrato la capacità di rilevare differenze nell'età biologica anche in coorti di individui giovani e sani, prima dello sviluppo della malattia o di manifestazioni fenotipiche di invecchiamento accelerato", affermano gli studiosi.
Nel loro studio, è stato utilizzato un set di dati di 57 biomarcatori del sangue e mortalità per tutte le cause dai 306. 116 partecipanti del set dei dati della biobanca britannica: 25 di questi set sono stati ritenuti i più attenbili per scoprire la stima dell'età biologica che ha assunto valori compresi tra 20 anni più giovani e 20 anni più vecchi rispetto all’età cronologica degli individui. Gli esperti sottolineano, però, che il modello sviluppato in questo studio "possiede un valore traslazionale nel contesto del mondo reale, dove le misure preesistenti della biochimica del sangue saranno spesso disponibili ma varieranno notevolmente da un individuo all’altro".
Quanto dimostrato apre la strada nel campo dell'età biologica per mettere a punto metodi sempre migliori per stimare la mortalità e la morbilità
(comparsa di malattie): i risultati possono essere migliorati utilizzando anche altri parametri sanitari facilmente reperibili, concludono gli scienziati, come ad esempio la pressione del sangue.Leggi anche:
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