Eventi gravi post vaccino, quanto sono frequenti?

Uno studio valuta gli eventi gravi associati alla vaccinazione anti Covid prendendo in esame i ricoveri ospedalieri e i decessi. Quanti di questi si sarebbero potuti evitare?

Eventi gravi post vaccino, quanto sono frequenti?

È il momento delle riflessioni sulla pandemia. Non solo perché si sono concluse le indagini della Procura di Bergamo e, contestualmente, sono iniziati gli approfondimenti della Commissione d’inchiesta parlamentare. Anche dal mondo scientifico si sollevano domande e si cercano risposte.
Ecco uno studio che cerca di chiarire il peso degli eventi avversi delle vaccinazioni. Quanto frequenti? Quanto gravi? Per rispondere finalmente alla domanda: quanto è utile somministrare questi vaccini ai più giovani? E qual è il rapporto rischi-benefici a fronte di una vaccinazione di massa accolta con urgenza? E, dunque, senza rispettare i tempi richiesti per gli altri vaccini?

Nel gennaio 2021 non si conosceva quali effetti avrebbero avuto i nuovi vaccini a mRna. Non vi era tempo per protrarre gli studi a lungo e molte fasi di approvazione vennero accorpate per sveltire le procedure. Inoltre non furono mai testate le diverse somministrazioni (Astrazeneca più mRna o Janssen più mRna) a distanza di pochi mesi. Per non parlare dell’inedita combinazione “guarito più vaccinazione”.

Prendendo in esame il portale Vaers che raccoglie le segnalazioni degli eventi avversi di vari Paesi, un gruppo di ricercatori ha valutato gli eventi avversi gravi associati al vaccino contro la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) dopo l'immunizzazione tra i bambini di età compresa tra i cinque e i 17 anni negli Stati Uniti per accertarne gli effettivi rischi.

Gli eventi avversi tra i giovani hanno provocato ansia fra i genitori con conseguente riluttanza e bassa adesione a ripetere la vaccinazione tra bambini e adolescenti. È, d'altronde, un atteggiamento normale, ci si stupirebbe del contrario.

Lo studio

Nel presente studio, i ricercatori hanno valutato gli eventi avversi indotti dai vaccini a mRNA di Pfizer-Biontech e Moderna e quello a vettore virale di Janssen tra bambini e adulti. Nel dettaglio, hanno analizzato gli eventi avversi registrati nel sistema di sorveglianza VAERS dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) tra il 13 dicembre 2020 e il 13 aprile 2022 entro 42 giorni dalla vaccinazione Covid-19 nella popolazione tra i 5 e i 65 anni; dividendo poi i dati per fasce di età: bambini 5-11 anni, adolescenti 12-17 anni e adulti 18-65 anni. Per evento avverso grave, nello studio, si è inteso un evento che abbia portato all'ingresso al pronto soccorso, al ricovero o, nel caso più estremo, alla morte.

Su 180.581.278 di persone che hanno ricevuto almeno 2 dosi di vaccino sono stati riscontrati 386.205 effetti avversi gravi (pari allo 0,214%).
I tassi di ingresso al pronto soccorso erano 2,6 per ogni 100.000 vaccinati tra gli individui di età 5-11 anni, 14,39 tra quelli di età 12-17 anni e 29,75 tra quelli di età 18-65 anni.

I tassi corrispondenti di ricoveri ospedalieri ogni 100.000 vaccinati erano rispettivamente di 1,1, 6,8 e 8,2 nelle tre fasce d'età analizzate; la mortalità è stata di 0,03, 0,1 e 0,8 ogni 100.000 vaccinati nelle fasce di età 5-11 anni, 12-17 anni e 18-65 anni rispettivamente.

I maschi hanno avuto più pericarditi

I tassi di eventi avversi sono stati maggiori nei maschi rispetto alle femmine, in particolare nella fascia 12-17 anni dove si è registrato un rischio relativo di 1,43 nei maschi rispetto alle coetanee.
La principale diagnosi clinica associata alla vaccinazione è stata la miopericardite, che aveva una stima di incidenza di 17 per ogni 100.000 dosi di vaccino. Tra i partecipanti che sono stati ammessi in ospedale, il 96% è stato ricoverato solo per osservazione e il 98% è stato dimesso dall'ospedale entro 14 giorni.

Solo nei maschi della fascia 12-17 anni il rischio di eventi gravi è risultato comparabile, se non lievemente superiore, agli adulti anche se più raramente portano a ricoveri in terapia intensiva o alla morte.

Complessivamente i tassi di eventi avversi segnalati tra gli individui di età compresa tra i 5 e i 17 anni erano significativamente inferiori rispetto a quelli riportati negli individui

di età compresa tra i 18 e i 65 anni.

La domanda è d’obbligo: quanti giovani deceduti per una vaccinazione e quanti ragazzi malati di cuore si sarebbero potuti evitare? Confidiamo nella prossima pandemia...

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