Forniture, ora l'Italia trema: "Senza gas per tre giorni ci costerà un punto di pil"

L'Italia ha dichiarato lo stato d'emergenza. La situazione resta critica. La Russia: "Non possiamo aumentare le forniture". E le imprese nostrane vanno in crisi

Forniture, ora l'Italia trema: "Senza gas per tre giorni ci costerà un punto di pil"

La Russia non aumenterà le forniture di gas all'unione europea. La situazione resta critica ovunque: l'ondata di maltempo non sta risparmiando nessuno. E l'Italia sembra avere le ore contate: se, infatti, i distacchi decisi dal comitato emergenza gas dovessero andare avanti per oltre tre giorni, l’impatto sul nostro pil sarebbe una contrazione di circa l'1 per cento. Secondo Paolo Culicchi, il presidente di Gas Intensive, consorzio di otto associazioni della Confindustria nei settori ad alto consumo di gas, le interruzioni hanno già colpito almeno 400 aziende.

"Le misure prese dal governo italiano per far fronte all’emergenza gas sono adeguate e sono basate sul mercato", ha spiegato all’Ansa la portavoce del commissario Ue all’energia Gunter Ottingher facendo sapere che, per il momento, "non è necessario fare scattare misure europee" dal momento che "il mercato può far fronte alla situazione in Italia". I vertici di Bruxelles sono, infatti, convinti che l’Italia possa "fare fronte alla riduzione dei flussi di gas dalla Russia (-18%) con le misure preventive adottate, tra cui più importazioni dall’Algeria, l’uso di tutta la capacità dei gasdotti, diminuzioni dei consumi delle imprese". Proprio oggi il premier russo Alexander Medvedev, ha ribadito che  il colosso del gas non è nelle condizioni di fornire più gas a quei Paesi del Vecchio Continente che hanno fatto richiesta supplementare. "Durante la prima settimana di febbraio abbiamo ricevuto richieste di aumento del 50% delle forniture - ha detto Medvedev - non abbiamo potuto rispondere positivamente a tutte le domande". Ad ogni modo, a detta del numero uno di Gazprom, i Paesi dell'Eurozona hanno "riserve sufficienti per evitare problemi".

Ad ora l'Italia e la Polonia sono gli unici due Paesi del Vecchio Continente che hanno dichiarato lo stato di emergenza. "La dichiarazione è stata fatta sulla base del regolamento europeo 2010 che prevede tre livelli", ha fatto sapere la portavoce della Commissione europea, Marlene Holzner, spiegando però che la dichiarazione italiana riguarda il livello 2. "Un livello che presuppone da parte del governo il monitoraggio e l’adozione delle misure di mercato adeguate".

I tecnici di Bruxelles hanno, tuttavia, assicurato che la situazione sta migliorando da quando i livelli di flusso dalla Russia sono tornati normali in Ungheria, Polonia, Grecia, Bulgaria, Lettonia, Lituania e Estonia. Ma permangono i cali in Slovacchia (-1%), Italia (-18%) e Austria (-20%).

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