Forza Italia esulta, An perplessa

L’azzurro Cicchitto: «Sconfitta per i forcaioli». L’ex ministro leghista Castelli: «Favore ai furbetti delle coop?»

Fabrizio de Feo

da Roma

L’auspicio che l’indulto rimanga un provvedimento una tantum, dettato dall’emergenza e non diventi un’abitudine, è l’unico terreno dialettico su cui si incontrano i parlamentari della Casa delle libertà. Per il resto la cerimonia dei commenti si svolge in ordine sparso. I toni restano bassi, senza particolari animosità. E nessuno si spinge fino ad accendere la scintilla delle recriminazioni incrociate o il fuoco amico contro gli alleati. Ma le dichiarazioni, inevitabilmente, finiscono per ricalcare le posizioni assunte in aula. Così se Forza Italia, Udc e Dc esprimono soddisfazione per il «gesto umanitario» compiuto attraverso la misura svuota-carceri, An si attesta su toni quantomeno perplessi. La Lega, invece, imbraccia le armi pesanti e spara a pallettoni contro il verdetto parlamentare.
«Con l’approvazione dell’indulto si tiene presente l’art. 27 della Costituzione, secondo cui la pena non deve essere disumana, e quindi si fa in modo che chi ha perso la libertà, anche se per aver commesso un reato, non debba veder gravata la sua posizione da sovraffollamento delle carceri, malattie e sporcizia. L’azione preventiva e repressiva dello Stato rimane intatta, al di là della demagogia che è stata fatta in questi giorni. Per la prima volta in molti anni i forcaioli e i giustizialisti sono andati incontro a una sconfitta» commenta il vicecoordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto. Esprime soddisfazione anche Giuseppe Pisanu che fa scattare, però, un campanello d’allarme importante. «L’indulto è una soluzione positiva che concede una possibilità di riscatto ma occorre che il governo dia più risorse alle Forze dell’Ordine per scongiurare i rischi che ne possono conseguire» dice il senatore di Forza Italia. L’altro azzurro Simone Baldelli si concede, invece, una battuta sui continui botta e risposta tra il leader dell’Idv e quello dell’Udeur. «Dalla querelle tra i ministri Di Pietro e Mastella appare chiaro che non c’è solo una divergenza politica drammatica ma anche un’invidia profonda di ciascuno per il Ministero dell’altro».
L’Udc, da sempre schierato a favore delle misure di clemenza, è il partito che si scalda di più per il via libera parlamentare. «La nostra posizione è stata favorevole all’indulto sin dal primo momento in accoglienza dell’appello lanciato dal Papa» ricorda Carlo Giovanardi. L’esponente centrista osserva: «A chi teme che vengano commessi nuovi reati da chi esce dal carcere bisogna rispondere che comunque, i beneficiari dell’indulto qualche tempo dopo sarebbero usciti ugualmente. Senza dimenticare che chi commette un nuovo reato deve scontare anche la pena condonata». Quanto alla posizione di Antonio Di Pietro, ministro autosospeso, Giovanardi non usa mezzi termini: «È una sceneggiata. Se fosse veramente serio si sarebbe dimesso da ministro e con quel gesto avrebbe bloccato l’indulto, ma se ne è ben guardato dal farlo».
Ben altri toni vengono adottati dalle parti del Carroccio. «Non è che i furbetti delle coop hanno mandato un messaggio dicendo: attenzione, o ci tirate fuori dai pasticci o noi parliamo?» chiede polemico Roberto Castelli.

«L’indulto non si applica solo a chi sta in carcere, si applica molto di più a chi in carcere rischia di andarci. E visto che siamo in tema di assicurazioni si sono garantiti l’assicurazione contro il carcere, perché con questo provvedimento in carcere non ci vanno più, e non parleranno più».

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