Il fuorigioco di Ilaria, «rigorista» di Murdoch

Ilaria D’Amico è una abituata a prendere tutti di petto. Da Mourinho a Berlusconi. Lei è fatta così. E bisogna ammettere che è fatta piuttosto bene. Come sanno da anni gli abbonati di Sky, ai quali appare ogni domenica di campionato, la gonna abbondantemente mini e la scollatura decisamente maxi. Insomma, non è tipo da passare inosservato. Anche perché, indiscutibili doti fisiche a parte, è fornita di un notevole scilinguagnolo. Perfetta per l’azione di sfondamento decisa da Sky contro Palazzo Chigi, colpevole di avere alzato dal dieci al venti per cento l’Iva sui canoni della pay-tv.
Ecco dunque in azione dai teleschermi di Sky Ilaria nostra, trasformata da pasionaria dell’area di rigore in temeraria rigorista pro-Murdoch. Calpestando con studiata eleganza l’abituale pedana calcistica, in abbigliamento più castigato del consueto, ma senza rinunciare a mettere in mostra le interminabili gambe, tutta vestita di nero (segno inequivocabile di lutto), perfino la lunga chioma ancor più corvina, le spalle scoperte ma non troppo, ha lanciato il suo drammatico proclama. Se Churchill prometteva agli inglesi lacrime e sangue, lei si è limitata ai lucciconi. Ben trattenuti dentro gli occhioni bistrati, ma si capiva che erano lì pronti a spuntare da un momento all’altro. Sarebbe bastato un lieve tocco del tacco destro sulla caviglia sinistra, come un Gattuso con più stile, per far sgorgare la cascata.
Sono stati tre minuti e cinquantasei secondi, come si può tuttora verificare su YouTube, degni di Eleonora Duse. Chissà quanti applausi ha udito in cuor suo la statuaria telegiornalista, magari tutti quelli dei quattro milioni e mezzo di abbonati, se la straordinaria performance iniziale è stata rimandata nell’etere decine e decine di volte. Come si usa fare con la moviola dei casi più controversi. L’aria ora spavalda, ora lamentosa, l’incedere da primadonna, il brogliaccio con gli appunti tenuto leggiadramente tra le dita affusolate. Con la telecamera che di tanto in tanto, un po’ maliziosamente, inquadra la Signorina Grandi Forme di profilo, mettendone in evidenza anche l’imponente lato B. Tornando poi sul più austero primo piano.
Alle spalle titoloni di giornali («Scoppia il caso Sky: è conflitto d’interesse»; «Pay-tv, scoppia il caso Sky») e telegrafici cartelli giganti, come si suol dire, ad hoc («Dal 10 al 20%»; «4 milioni e 500mila famiglie italiane»), mentre Ilariona sibila, sommessamente la sua filippica: «È una sorta di Robin Tax che colpisce solo alcune famiglie, togliendo ad alcune famiglie»; «una vera stangata»; «voi lo capite pagando di tasca vostra»; «un momento in cui bisogna aiutare le famiglie ad essere alleggerite». Mamma mia, che impressione.
«Noi siamo diventati novemila, assumendo nell’ultimo anno, che è stato il più difficile, cinquecento persone», aggiunge, cercando di solleticare l’istinto patriottico degli italiani in ascolto. «Inutile dirvi che noi pensiamo e speriamo, e crediamo che sia profondamente giusto, - ha concluso - in un ripensamento da parte del Parlamento, che ora si troverà a canalizzare insieme a tutto il pacchetto questa decisione. Nel frattempo continuiamo a proporvi un prodotto di grande qualità». Ben detto, compreso l’agghiacciante «canalizzare». Il de profundis per Berlusconi, firmato Murdoch è una pietra miliare contro tutte le tirannie. Altro che l’orazione funebre di Antonio, targata Shakespeare.
Tanto rumore per nulla, si può dire adesso, restando in zona.

Proprio ieri la portavoce dell’Unione europea per il Fisco, Maria Assimakopoulou, di cui non si conosce nemmeno il lato A, ha spiegato che «se l’Italia insisterà nel non cambiare le aliquote Iva sulla tv a pagamento, la Commissione Ue dovrà aprire una procedura d’infrazione». Ilaria D’Amico ha fatto come i campioni offesi: si è messa in silenzio stampa. E domenica, tornando a parlare di calcio, indosserà lo scafandro.

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