Gag divertenti per un Plauto moderno

L’«Aulularia», detta anche commedia della pentolina, mette in scena la vis comica di Andrea Roncato. Il regista: «A lui ho dedicato più spazio»

Viviana Persiani

Aulularia, il testo di Tito Maccio Plauto, che andrà in scena, domani, al Teatro del Vittoriale, è una commedia che fonda la sua innegabile forza comica sull'equivoco e sulla capacità di portarlo fino in fondo. Il tutto in un susseguirsi di situazioni simpatiche, quanto equivoche, suscettibili di varie interpretazioni, nelle quali la verve comica di Andrea Roncato si forgia a meraviglia.
Ispirandosi ai modelli della commedia nuova greca, Plauto raccontò vizi e virtù del suo tempo, grazie alla vis comica del linguaggio, a suon di giochi di parole e allitterazioni che il pubblico del Vittoriale avrà modo di sperimentare proprio con quella Aulularia detta anche commedia della pentolina perché prende il titolo non da un personaggio ma da un oggetto intorno al quale si sviluppa tutta la trama. Un vecchio avaro trova, in mezzo al focolare, una pentola piena d'oro. Il ritrovamento avviene grazie al lar familiaris, ovvero il nume tutelare della casa che vuole favorire, con questa dote, il matrimonio della figlia del ricco Euclione. La giovane Fedria, infatti, dopo una festa notturna, era stata violentata e messa incinta da un giovane. Euclione, invece, geloso di questo tesoro, seppellisce la pentola per paura di essere derubato. Nel frattempo, un vecchio ricco di nome Megadoro, su suggerimento della sorella, chiede la mano della figlia dell'avaro, credendola illibata. Tutto risolto? Niente affatto, perché Euclione è convinto che Megadoro miri al suo tesoro. Beppe Arena, regista dello spettacolo, è anche direttore artistico del Festival di Teatro Classico di Sarsina, la patria di Plauto. «Questa commedia - spiega Arena - è nata per consentire a dei giovani attori professionisti di misurarsi con la commedia antica». Anche se parlare di antichità, con la rivisitazione che gli ha dato Arena, forse è improprio. «In effetti - concorda il regista - Plauto ha bisogno di essere reinventato, soprattutto in qualche battuta che noi abbiamo pensato di riaggiornare attraverso un linguaggio più moderno. I personaggi e la trama sono quelli del testo, ma la storia serve come pretesto per creare gag divertenti». Uno spettacolo che potrebbe essere presentato anche senza scenografia. «In effetti, è già successo - ricorda Arena -. Ho voluto mettere al centro della scena il lavoro attorale prescindendo da fattori esterni. Il filo conduttore dell'Aulularia è la colonna sonora, un omaggio a Plauto che è da considerare come il padre della commedia cinematografica. Ho scelto musiche tratte da film degli anni ’50 in poi, come Colazione da Tiffany e Gli intoccabili». Anche Roncato ha sulla scena un ruolo particolare. «Lui è il genio della famiglia - spiega Arena - al quale abbiamo riservato più interventi, concedendogli più spazio. Non a caso, Roncato ha la possibilità di dire la sua, commentare e coinvolgere il pubblico su ciò che accade nella commedia ma anche nella vita quotidiana.

Si parla così di avarizia, ossessioni, incomunicabilità tra gli esseri umani il tutto calibrato sulla platea che ci troviamo di fronte». Non tutti sanno che questo testo è incompleto. «Ho inventato l'epilogo in modo che tutto si risolva e l'equivoco su cui si basa la commedia si chiarisca».

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