Bild, il più diffuso quotidiano in Germania, nel 2016 avvertiva che il Paese stava «capitolando alla legge islamica». Il senso di frustrazione dei tedeschi è da tempo mortificato dalla crescente diffusione dell'islamismo e da un governo incapace di frenare le bande che hanno preso il controllo di vaste aree del territorio. Sono i gruppi di salafiti che provocatoriamente tentano di sostituire l'ordine democratico con la legge islamica. Gli ultimi rapporti del BfV i servizi segreti tedeschi - rivelano che il numero di salafiti in Germania è salito a 9.700 nel 2016, rispetto ai 3.800 del 2011. «I salafiti cercano di imporre una teocrazia basata sulla loro interpretazione della Sharia e in cui l'ordine democratico liberale non si applica più: i salafiti politici e jihadisti condividono la stessa ideologia di base in zone vietate: aree senza legge in cui lo stato ha perso il controllo e dove i tedeschi nativi, compresa la polizia, temono di entrare», si legge nel rapporto dell'intelligence.
La nuova emergenza di casa Merkel è rappresentata oggi da bande multiculturali che hanno invaso il Paese. Chiunque osava parlarne era considerato un islamofobo. Ma quando persino la cancelliera ha ammesso che le zone vietate ci sono, le «gang islamiche» sono passate all'ordine del giorno. Franz Solms-Laubach, corrispondente parlamentare per Bild, già due anni fa scriveva: «Anche se ci rifiutiamo ancora di crederci, alcune parti della Germania sono governate dalla legge islamica: poligamia, matrimoni infantili, giudici della sharia. Molti politici hanno sognato il multiculturalismo... Questa non è una questione di folclore o costumi e tradizioni straniere, è una questione di ordine pubblico».
Quando nel 2014 a Wuppertal le gang musulmane, auto battezzatesi «Sharia Police» tappezzarono la città di volantini gialli tesi a marcare il territorio (da quel momento «zona controllata dalla sharia»), iniziarono a esortare la popolazione del posto a frequentare le moschee e a rispettare i dettami islamici, come astenersi da alcol e sigarette. Non ci fu alcuna sommossa popolare. Anzi, nel novembre 2016 la Corte distrettuale di Wuppertal ha stabilito che gli islamisti non violavano la legge tedesca, stavano semplicemente esercitando il loro diritto alla libertà di parola.
E dall'estate scorsa le ronde di islamici si sono trasferite ufficialmente nella capitale tedesca. A Berlino l'ondata di violenza è incontenibile, gli islamici applicano apertamente la sharia per le strade della città e cercano di scoraggiare, con minacce, l'immigrazione cecena (e non solo) a integrarsi nella società tedesca. Le autorità tedesche sembrano incapaci di porre un argine. Tant'è che i musulmani che vigilano per applicare la giustizia islamica sono diventati ormai peculiarità del posto. Al punto che la BfV già nel 2016 avvertiva del potenziale processo di reazione dei tedeschi rispetto ai soprusi islamici e della possibilità sempre più concreta che le strade tedesche diventino teatro di guerriglia urbana.
Andare a spasso per la Germania vuol dire imbattersi, per esempio, nei «Germanys Muslims», che hanno sede a Mönchengladbach con diramazioni a Münster e Stoccarda. La banda dei «Musulmani tedeschi» nasce da un'intuizione di Marcel Kunst, un convertito tedesco all'islam che adesso si fa chiamare Mahmud Salam. La banda si è dotata di una uniforme per essere ben visibile: una giacca di pelle nera e sulla schiena il loro logo, il «dito di Tawheed», che sta a simboleggiare l'unicità di Allah.
Molto più folcloristici sono invece gli «Osmanen Germania BC» gli ottomani di Germania una banda di motociclisti che nasce sul modello degli Hells Angels. Gli «ottomani di Germania» sono la banda in più rapida crescita del Paese e si conta che abbiano almeno 3.500 membri in Germania. Oliver Huth, esperto di criminalità organizzata e vicepresidente dello Stato federale tedesco per l'investigazione criminale nel Nord Reno-Westfalia, ha dichiarato che i metodi di reclutamento della Osmanen Germania sono modellati su quelli degli Hells Angels: «Offrono un'identità per un'uniforme e, distribuendo un po' di senso di comunità, coinvolgono i membri nell'ambiente criminale. La banda è organizzata in modo molto gerarchico ed è contemplato anche uno scatto di carriera. I membri del gruppo sono ben visibili, non si mimetizzano e usano pubblicare foto di se stessi».
Dall'aprile del 2015 sono state create dozzine di diramazioni della Osmanen Germania praticamente ovunque. La gang, il cui scopo dichiarato è tutelare gli islamici e in particolare i turchi trasferiti in Europa, trae profitto dalla prostituzione, dall'estorsione e dal traffico di armi e droga un po' in tutti i paesi dell'Unione. Le autorità tedesche ritengono che la banda sia strettamente legata al governo turco il quale se ne serve come spalla per combattere le «lotte politiche interne» della Turchia in Germania. «La maggior parte dei membri della banda sono nazionalisti turchi che effettuano azioni punitive in Germania contro gli oppositori del presidente Erdogan», scrive Der Spiegel. Ma dopo anni di azione praticamente indisturbata, il ministro degli Interni tedesco, Horst Seehofer, pochi giorni fa ha finalmente messo fuorilegge la gang perché ritenuta una minaccia seria per l'ordine pubblico. La Osmanen Germania è attualmente coinvolta in attività criminali organizzate in tutti i 16 stati federali e in ognuna di esse c'è l'ombra di Erdogan. La gang è infatti legata anche ai servizi segreti turchi, il MIT, e secondo la stampa tedesca esiste una rete di 6mila informatori in Germania per spiare gli oppositori di Ankara. Secondo le indagini di Frontal21, il confidente di Erdogan, Metin Kulunk, membro dell'AKP, ha fornito direttamente denaro alla Osmanen Germania. Denaro utilizzato per acquistare armi, incluso un mitra Scorpion, poi sequestrato dalla polizia.
In base alle intercettazioni telefoniche, Kulunk ha incaricato i membri della banda di eseguire attacchi contro i curdi, filmare tutto e fornire i video allo stato turco per usarli come monito contro gli avversari di Erdogan.
Sarebbe stato lo stesso Kulunk a ordinare di punire il comico tedesco Jan Böhmermann per qualche battuta di troppo sul presidente turco. Al punto che le autorità hanno messo Böhmermann sotto protezione e per diverse settimane lo hanno allontanato dalla Germania.
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