Genoani state sereni: la serie A resta ancora matematica certezza

L'Airone del sano catenaccio del Mondo sbanca San Siro interista e il Grifone vedovo del Gila ne prende 4 - a zero - a Catania. Come insegna il Pescara di Zeman, giocare a darle e prenderle è la cosa più divertente del calcio. A patto di avere davanti chi sia in grado di darle, sennò diventa un incubo, ti senti preso in giro, ti fai il sangue marcio. Preziosi a gennaio ci ha messo una bella pezza davanti (Gilardino e Sculli) e nel mezzo (Biondini). Peccato si sia dimenticato del retro che fa acqua. Se il Genoa ha subìto 42 gol in 22 partite, peggior difesa della serie A alla pari del Novara, 24 presi nelle prime 16 gare con Malesani, 18 nelle successive 6 con Marino, una ragione c'è. È stato fantastico battere per 3-2 Udinese, Napoli e Lazio: chi se ne frega se incassi 6 gol mentre ne fai 9. Ma il 3-0 subìto a Cagliari e il 5-3 beccato a Palermo erano la lampante spia di un equilibrio instabile. È bastato perdere sul più bello Gilardino (più Kucka e Constant) per andare a ramengo. Si fa presto a prendere a parametro il brillante Pescara di Zeman che in 25 partite segna 55 gol subendone 36. Ma intanto là è serie B. Soprattutto là c'è Zeman, il duce calcistico che francamente non cambierei con nessun altro. E ci sono attaccanti scafati come Sansovini (12 gol in mezzo campionato) e Insigne (9) e lo sfacciato imberbe Immobile (17) che l'astuto Preziosi si è già assicurato per metà e che ben difficilmente vi farà vedere per più di due spezzoni in rossoblu, com'è avvenuto per El Sharawy, mettetevi il cuore in pace. Ecco, voglio dire una volta per tutte ai genoani più apprensivi ed esaltabili, quelli che quando il Grifo perde una partita vedono la B e appena vince dando spettacolo automaticamente tornano a fantasticare di Progetto, Scudetto della Stella e simili amenità: siate ora e sempre (lo spero vivamente) contenti di come vi sta andando, a cominciare dalla matematica certezza di larga serie A con gran divertimento qua e là.
Sampdoria. Prima di tutto, chapeau a capitan Gastaldello che si è autoridotto l'ingaggio del 40%: un gesto così signorile, in 65 anni di vita blucerchiata, l'aveva effettuato solo Fulvio Bernardini, l'inarrivabile «Profeta», peraltro incolpevole della gloriosa retrocessione in rimonta datata 1966. Dopodiché, onore a Iachini e discepoli per aver finalmente fatto un frego sulla ridicola sindrome di Marassi. Finalmente, già.

Finalmente due vittorie in fila, e pazienza se prodotte con il minimo sindacale (1-0 a Grosseto e con l'Albinoleffe), a punteggiare la miniserie positiva inaugurata col girone di ritorno da Gastaldello e compagni: 5 partite 11 punti, promettente (2,2) la media gara. Finalmente due esterni bassi - Berardi e soprattutto Laczko - che (...)

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