Gli assessori che non sanno cosa fare

A poche ore dal consiglio comunale, richiesto da una parte di minoranza per discutere sulla distribuzione degli incarichi, il sindaco di Rapallo, Giorgio Costa, assegna ufficialmente nuove deleghe a due assessori: la salute a Salvatore Alongi; il contenzioso, le aziende e partecipazioni comunali a Paolo Iantorno. Provocazione o meno, il suo è un assist all'opposizione che rimarca da tempo come a distanza di due mesi dalla consultazione elettorale il mosaico di incarichi dell'amministrazione Costa sia ancora da completare. Un problema acuito da ciò che è successo nel mezzo, con il caso Pernigotti, assessore per poche ore e oggi «risarcito» con la presidenza della commissione edilizia, e la rottura con Armando Ezio Capurro rimasto a bocca asciutta dopo aver sognato per alcuni giorni di avere gli incarichi più importanti. «Una situazione abnorme, senza precedenti, con la distribuzione delle deleghe che prosegue a spizzichi e bocconi - attacca l'ex sindaco Mentore Campodonico -. Tutto ciò ha portato ad episodi perniciosi per l'immagine della città». Sul piede di guerra anche Carlo Bagnasco che parla di fiction, «ogni giorno c'è un pezzo di giunta», e contesta la scelta di assessori che hanno raccolto meno di 30 preferenze: «A Chiavari il sindaco Levaggi ha premiato il merito. Credo che andassero gratificate altre figure, ad esempio Capurro». Il dito è nella piaga. Perché si sa, i rapporti tra il presidente del consiglio e il primo cittadino, a causa dei mancati incarichi, sono tesi. E un assist al consigliere regionale arriva anche da Pier Giorgio Brigati, in minoranza, ma molto vicino al pensiero del prof: «Messi gioca, non fa l'arbitro. Ci vuole più coraggio». Il primo cittadino prova a parare i colpi: «Se abbiamo cambiato qualche incarico lo abbiamo fatto in buona fede».

Su Capurro una tiepida apertura: «Le persone importanti ci aiuteranno, nessuno nega niente a nessuno». Il presidente del consiglio siede tra i banchi dell'opposizione per guardare in faccia il suo (ex?) amico. Sulla riva del fiume, aspettando che passi la tensione e arrivi qualche incarico.

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