Cinque giornate senza appello

Cinque giornate di squalifica, e quindi nessuno sconto, per Antonio Cassano. Il giudice sportivo, ma soprattutto il referto dell'arbitro, non hanno lasciato spazi ad una riduzione dello stop inflitto al giocatore. Due giornate per il rosso diretto, due per il lancio della maglia, una per la «cassanata» dal tunnel che porta negli spogliatoi. E ieri la nota del giudice sportivo è stata chiara: «Cinque giornate di squalifica per comportamento non regolamentare in campo (Settima sanzione); per avere, al 43° del secondo tempo, rivolto all'arbitro un'espressione ingiuriosa e, all'atto della consequenziale espulsione, reiterato gli insulti, togliendosi la maglia e lanciandola sprezzantemente verso il direttore di gara; per avere altresì omesso, nonostante ripetute sollecitazioni, di uscire dal recinto di giuoco, indirizzando all'arbitro, con atteggiamento plateale, frasi intimidatorie».
La Sampdoria non farà ricorso. Cinque giornate si aspettava e cinque turni di stop sono arrivati. Ad annunciarlo l'amministratore delegato Beppe Marotta, il primo ad abbracciare Cassano dopo che il giocatore, già presente a Bogliasco, aveva appreso la notizia: «La sanzione del giudice sportivo è arrivata - spiega l'ad blucerchiato - e come tale l'abbiamo accettata. La Sampdoria non inoltrerà ricorso. Un'opportunità che non rientra nella nostra linea generale di condotta e che avremmo sfruttato solo in caso di sanzione evidentemente sproporzionata rispetto a quanto effettivamente avvenuto». Il problema maggiore l'avrà Walter Mazzarri: «Antonio adesso sconterà le cinque giornate comminategli e nel frattempo continuerà a lavorare con lo stesso impegno dimostrato fino a questo momento per tornare tra un mese ad essere il calciatore importante che abbiamo potuto ammirare nell'ultimo periodo. È chiaro che nel contempo lavoreremo anche sull'aspetto comportamentale del ragazzo. Antonio è un campione sul campo, ma deve necessariamente crescere per limare i difetti che è tornato a manifestare domenica. La Sampdoria è qui anche per questo, per provare a completare in maniera definitiva il suo totale percorso di maturazione».
E ieri a difendere Cassano è stato proprio Mazzarri, che prima dell'allenamento si è intrattenuto a parlare con lui per una decina di minuti: «Ha già detto tutto la società - commenta il tecnico toscano - e molto di più hanno detto le televisioni. Confermo che la reazione di Antonio sia indifendibile, da un punto di vista di esagerazione nelle rimostranze. Ma a sua difesa dobbiamo dire che era stanco, ha giocato dopo aver recuperato in extremis da una notte di febbre e, secondo me, ha disputato anche un'ottima partita. Si è parlato ancora una volta in maniera eccessiva dei suoi comportamenti, tralasciando una prestazione nuovamente importante». Poi Mazzarri ha paragonato il numero 99 ad un altro grande del calcio blucerchiato, Roberto Mancini: «Ho rivisto la scena di Mancini con l'arbitro Nicchi quando abbandonò il Ferraris lanciando la maglia, una scena simile, una scena però che ai grandi campioni si può perdonare».
Fatto sta che ora la Sampdoria si troverà per un mese in piena emergenza, visto che mancherà oltre a Cassano, anche Bellucci: «È dall'inizio dell'anno che incontriamo grosse difficoltà. Siamo orgogliosi però di averle sempre superate, ottenendo anche i risultati.

Certo, adesso non sarà facile, perché le assenze peseranno su più ruoli, però è il nostro lavoro e dobbiamo andare avanti. Io credo in ogni caso nell'identità della squadra e penso che non cambierà assolutamente. Qualche problema lo avremo negli ultimi metri, dove si farà sentire la mancanza di qualità nella fase attiva».

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