È sceso il gelo tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu. Mentre gli Usa sono ancora impegnati per arrivare a un accordo tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, una fonte informata ha rivelato alla Cnn che il leader dello Stato ebraico ha fatto naufragare il tentativo dei mediatori di riprendere i colloqui. Dopo l'assassinio dei sei ostaggi israeliani, i negoziatori hanno continuato a lavorare per finalizzare un'intesa, ma Netanyahu «ha affossato tutto con un solo discorso», ha precisato la fonte.
Le difficoltà diplomatiche non hanno però impedito al Dipartimento di Giustizia Usa di incriminare per terrorismo il leader di Hamas, Yahya Sinwar, e altri dirigenti in relazione alla strage del 7 ottobre 2023 in Israele. La denuncia, depositata presso la corte federale di New York City include accuse di cospirazione per fornire supporto materiale a un'organizzazione terroristica straniera, con conseguenti morti. «Le accuse desecretate oggi sono solo una parte del nostro sforzo per colpire ogni aspetto delle operazioni di Hamas», ha affermato il Procuratore generale Merrick Garland. «Queste azioni non saranno le ultime».
In Israele, però, Netanyahu hachiuso a ogni ipotesi di ritiro dal corridoio Filadelfia, mettendo una pietra tombale sull'accordo: «Se ce ne andiamo - ha avvertito - ci sarà un'enorme pressione diplomatica su di noi da parte del mondo intero per non tornare», ha detto mentre il capo negoziatore di Hamas, Khalil Al-Hayya, ha ribadito domenica che non si arriverà ad alcun compromesso senza il ritiro dell'Idf dal corridoio che corre lungo il confine tra la Striscia e l'Egitto. Il presidente americano non ha nascosto la frustrazione per l'atteggiamento dell'alleato, e parlando con i giornalisti, ha affermato: «Siamo nel mezzo delle trattative. Continuiamo a trattare, non con lui, ma con i miei colleghi di Qatar ed Egitto». E a chi gli chiedeva se avesse intenzione di parlare con Bibi, ha risposto un secco: «Prima o poi», rivelando la tensione nei rapporti tra i due. Nonostante il fallimento di numerose altre proposte per la tregua, Biden ha comunque spiegato che «la speranza è eterna». Da Ankara, tuttavia, il ministero degli Esteri turco, citando informazioni ottenute da Hamas, ha fatto sapere che se entro due settimane non sarà raggiunta un'intesa, Washington si ritirerà dai colloqui. E il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha incalzato: «È tempo di finalizzare l'accordo».
Un funzionario israeliano, intanto, ha confermato al Times of Israel che Netanyahu tornerà negli Stati Uniti entro la fine del mese per partecipare all'Assemblea Generale dell'Onu a New York (ad ora il suo intervento è in calendario il 26 settembre), ma non ci sono alcune indicazioni su un eventuale incontro con Biden. E dopo che il leader dello Stato ebraico ha definito «vergognosa» la decisione del governo di Londra di sospendere parzialmente le esportazioni di armi verso il suo paese, il premier britannico Keir Starmer, tramite un suo portavoce, ha respinto le accuse. «Rimaniamo un alleato leale di Israele.
Ecco perché in aprile siamo intervenuti per abbattere i missili iraniani, evitando significative perdite di vite umane - ha sottolineato - La nostra ambizione è vedere la fine di questo conflitto devastante e stiamo lavorando ampiamente con i partner internazionali per progredire verso un accordo di cessate il fuoco».
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