Doria consegna il Comune ai no global

Doria consegna il Comune ai no global

(...) lo scorso dicembre si erano «ribellati» all'azienda, dove è dirigente il cugino di Massimo D'Alema: «Oddone e Senesi come Marchionne». «O ci date lavoro o ci portate via di peso». Invece, il capogruppo della Lega Nord Edoardo Rixi rivela: «Tra quelli che hanno fatto la violenta irruzione ci sono un paio di violenti dell'area anarchico-antagonista dei centri sociali, i quali avevano aggredito me e due mie amiche in piazza delle Erbe durante la recente campagna elettorale. Vecchie conoscenze della polizia. Non si può permettere di fare entrare i violenti in Sala rossa, ascoltarli, riceverli e lasciare che se ne vadano via indisturbati senza che vengano identificati e denunciati all'autorità giudiziaria. Quelli che mi avevano aggredito appaiono pericolosi. Forse, è anche per tali motivi che Amiu non ha rinnovato i contratti».
Contro i giovani dell’area dei centri sociali, anarco-antagonisti, o dei precari e violenti, il sindaco non spiccica una parola. Lascia fare al presidente del consiglio Giorgio Guerello, che non chiede ai «cantunè» di fare identificare i violenti, come invece aveva chiesto per i non violenti residenti del Lagaccio quando avevano protestato contro il progetto moschea, restando diligentemente nello spazio riservato al pubblico. Ancora spintoni, urla, intimidazioni e minacce, soprattutto di uno dell'area antagonista, spalleggiato da altri lasciati comodamente entrare dai vigili urbani nella tribuna superiore della Sala rossa. Poi gli animi si placano un pochino.
Il presidente «buono» con i violenti e «cattivo» con i non violenti, addirittura ordina una riunione dei capigruppo per ascoltare le istanze degli invasori. Rixi è l'unico a disobbedire: «Con certa gente non si tratta». I lavoratori entrano nella saletta della giunta e vengono accolti dai capigruppo. Mancano soltanto tè e pasticcini.
«Non sapevo che alcuni di loro avessero aggredito il capogruppo della Lega Nord - spiega Lilli Lauro - avevo invitato il sindaco ad unirsi a noi perché si prendesse le sue responsabilità davanti a quei giovani e a noi che rappresentiamo tutta la città. Invece, non soltanto ha evitato di partecipare alla riunione, ma successivamente, quando quelli hanno fatto una seconda invasione in Sala rossa, si è alzato dalla poltrona, è sceso dallo scranno e si è messo in mezzo al loro gruppetto scambiando quattro chiacchiere, come se fosse in un'intima riunione di condominio. È un atteggiamento inaccettabile. Uno schiaffo alle istituzioni, alle norme ed alle regole di una civile democrazia».
Scortati da Digos e vigili urbani, i no global che sono riusciti a violare facilmente la Sala rossa, hanno abbandonato il ponte di comando di Tursi poco prima delle 17, quando finalmente è risuonata la campanella di inizio lavori.
Rixi ha abbandonato l'aula in segno di protesta, invitando tutti i lavoratori disoccupati, a venire a Tursi «per okkuparla ed avere voce».
Tra i primi a prendere le distanze dall'irruzione è stato il capogruppo del Pd Simone Farello: «È stato un fatto grave, che non dovrebbe mai più accadere». Il capogruppo di Fds Antonio Bruno ha parlato di semplici lavoratori esasperati. Il capogruppo di Sel Gian Piero Pastorino ha spiegato che sono stati «beffati» dall'azienda ed è giusto concedere loro il rinnovo del contratto di lavoro. La «giustificazione» però non è piaciuta all'ex candidato sindaco Enrico Musso, che ha anche polemizzato con Doria: «Il sindaco ha fatto del rispetto assoluto delle regole la sua imprescindibile condotta politica. In questo caso ha lasciato che i violenti facessero irruzione in Sala rossa al di fuori di ogni regola e della legalità».
«Abbiamo risposto all'invasione in modo responsabile - replica Doria - l'alternativa sarebbe stata di venire alle mani».

Il sindaco anzi se la prende proprio con il capogruppo del Carroccio: «Mi spiace che Rixi abbia abbandonato l’aula, il rispetto delle istituzioni in questo momento è fondamentale. È stata la stessa coalizione di Rixi ad agitare i cappi in Parlamento». Appunto, la colpa è sua, mica di quei «bravi ragazzi» che possono okkupare, insultare, aggredire, minacciare.

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