Le prime nozioni di balistica imparate giocando con le fionde e le cerbottane

Dopo aver visto i ragazzi delle scuole medie divertirsi su strade in discesa con le «carrette», anche noi di quarta e quinta elementare non volevamo essere da meno e così con pazienza recuperammo quattro cuscinetti a sfere da un meccanico auto, dei legni di recupero da un imballaggio e costituimmo una società con tre soci per la costruzione prima ed il divertimento dopo con la «carretta». Il problema arrivò con il mese di luglio quando arrivarono i villeggianti, ad aprire le seconde case, molti dei quali al pomeriggio andavano a riposarsi, mentre noi con la «carretta» scendevamo lungo la strada facendo un bel rumore; di tanto in tanto volava da qualche finestra un getto d'acqua a mo' di ammonizione. Diverso fu l'atteggiamento del signor Colombo, titolare di una piccola industria meccanica in Brianza che arrivava in vacanza con la famiglia a bordo di una Alfa Romeo 1.900, che ci regalò quattro ruote in gomma aiutandoci o sostituire parti del telaio della «carretta» in modo che la discesa lungo la strada non arrecasse «l'inquinamento sonoro» lamentato dai villeggianti. Dopo le prime discese con le nuove ruote, la velocità della carretta aumentava e dovemmo mettere un freno sulle due ruote posteriori che consisteva in un pezzo di legno comandato dal piede del guidatore grazie ad un sistema di fili di ferro che correvano lungo i lati della carretta. Però... mancava quel rumore classico dei cuscinetti a sfera in discesa e così la moderna carretta andò in pensione! Anche il rumore ha il suo fascino... come quando oggi in strada sentiamo il rombo di una Moto Guzzi rispetto ad un anonimo e silenzioso scooter.
Durante le vacanze estive per noi bambini di 10-11 anni i «maestri» erano i ragazzi più grandi (12-15 anni) da cui imparammo a fare una «fionda» partendo dalla scelta degli alberi anche se il più comune era l'ulivo e poi l'assemblaggio con i tipici elastici da fionda color marron scuro ed a sezione quadrata, i nodi con rubusti spaghi per collegare tutto ciò che portava a rendere la «fionda» un sistema pronto all'uso. Poi... veniva il bello con le prove di tiro con piccole pietre utilizzate come proiettili e tanti sbagli prima di imparare ad utilizzare la fionda. La cerbottana era più semplice trattandosi di un tubo di ottone o d'alluminio che si acquistava dall'elettricista, ma occorreva saper far bene le «freccette» utilizzando la carta di quaderni di scuola ed anche qui c'erano ragazzi bravi a colpire l'obiettivo a distanza! Quando negli anni '70 durante il servizio militare ci insegnarono le nozioni base del «tiro» dei cannoni, con formule e funzioni studiate al liceo (parabola) mi ricordai di quei ragazzi «grandi» di fine anni '50 che mi avevano insegnato in modo empirico un po' di «balistica».
Ricordo che alle scuole elementari c'erano anche dei bambini bocciati ed i genitori non facevano ricorso al Tar contro il Maestro «cattivo», ma per punizione mandavano i ragazzi bocciati a lavorare come «garzone» presso un negozio con il compito di consegnare a casa del cliente la spesa; a volte c'era un garzone per due/tre negozi vicini ed il ragazzo doveva correre avanti/indietro per poi avere il pomeriggio libero. Il garzone viveva sulle mance, non certo sulla paghetta settimanale di negoziante, ed aspettava il mese d'agosto quando arrivavano villeggianti più generosi con le mance.

I garzoni più fortunati avevano in dotazione una bicicletta con il portapacchi mentre gli altri dovevano andare a piedi anche in collina per portare un messaggio della Teti con cui una persona lontana cercava di farsi richiamare da un parente in villeggiatura ed il posto pubblico, in genere il negozio di alimentari del paese, dotato di telefono a gettoni era, dopo la Posta, l'unico contatto possibile. Oggi si parlerebbe di sfruttamento minorile.

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