BerlinoChi l'avrebbe detto? Quando meno di cinque mesi fa vinsero insieme le elezioni, Angela Merkel e Guido Westerwelle sembravano la coppia ideale della scena politica tedesca. E per festeggiare la vittoria che avrebbe portato ad una coalizione tra i loro due partiti, fu rimessa in circolazione una vecchia foto che li ritraeva durante una gita su un'auto scoperta in una bella giornata d'estate: lui al volante, lei al suo fianco con occhiali da sole e capelli al vento. Entrambi sorridenti e felici. Un modo per sottolineare l'affiatamento tra la Cancelliera, leader dei cristianodemocratici, e il suo nuovo partner di governo, il leader dei liberali.
Altri tempi. Da allora molte cose sono cambiate. La luna di miele tra la Merkel e il suo ministro degli Esteri non è che un ricordo. Non passa giorno che i due non si scambino battute polemiche. E quando le tv li inquadrano al Bundestag sui banchi di governo sembrano due coniugi separati costretti a vivere sotto lo stesso tetto. Anzi peggio, perché molti commentatori insinuano che la Cancelliera, già al suo secondo matrimonio politico dopo la coalizione con i socialdemocratici, starebbe meditando un nuovo giro di valzer: questa volta con i Verdi. Insomma un ribaltone.
Fantasie? Di certo c'è che molti sono i fronti di scontro tra la Merkel e Westerwelle. Il più duro riguarda la riforma dello Stato sociale chiesta insistentemente dai liberali. «Non è possibile che chi lavora guadagni meno di chi non lavora», ripete Westerwelle riferendosi a certi sussidi dei disoccupati a suo parere troppo generosi. Una richiesta che la Merkel vede come il fumo negli occhi perché perderebbe voti a sinistra. Scontro aperto anche sulla riforma fiscale. I liberali chiedevano 70 miliardi di sgravi: ne hanno ottenuti 26 scaglionati in quattro anni. Per Westerwelle quasi una sconfitta su un tema che era il piatto forte del suo programma. Ma è sul ritorno all'energia nucleare lo scontro che più allarma i liberali.
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