Ginger e arancia in studio, timo in camera da letto Il dottor Profumo cura la casa

Paolo Vranjes traduce le emozioni in creazioni olfattive: come Rosso Nobile per il regista Coppola

Margherita Tizzi

Ha origini austriache, ma è nato e cresciuto a Bologna. Poi l'amore lo ha portato a varcare l'Appennino e a trasferire la sua azienda a Firenze, «la culla del profumo. Qui Caterina de' Medici aveva il suo profumiere personale e qui si perfezionò la tecnica di produzione, poi esportata in Francia». Dal 1983, Paolo Vranjes, chimico e cosmetologo, realizza profumati ed eleganti complementi d'arredo. «Mi ha sempre affascinato la psicologia degli odori, odori che possono riportare alla luce ricordi affievoliti - racconta il dottore -. I nostri recettori nasali, infatti, comunicano con la parte più protetta del cervello, il sistema limbico, nell'ipotalamo, il centro delle emozioni. Da qui l'idea di tradurre quelle emozioni in creazioni olfattive, anche con l'aiuto dell'aromaterapia e delle sue essenze funzionali (rilassanti, anti stress, eccetera), e dell'aromacologia, che studia l'impatto psicologico che certi odori hanno su di noi, a prescindere dalle memorie olfattive».

Il profumo d'ambiente, dunque, completa la casa e fa star bene. «Oggi, lavorando con un alfabeto di oltre 2200 odori, offro 37 profumi, tutti con una storia - continua Vranjes -. Un esempio? Tuberosa Mughetto: un'amica di mia mamma morì quando avevo appena 3 anni, e quando avevo 25 anni mi tornò alla mente sentendo un odore di tuberosa. Mia madre disse che quel ricordo era incredibile: infatti non ne rimembravo il volto, bensì il suo salotto con le tende di pizzo e il centro tavola di fiori bianchi con del mughetto. Anche Fico Selvatico si rifà a un ricordo d'infanzia: mio padre era golosissimo di fichi e, durante le nostre solite passeggiate, ne raccoglieva in quantità. Mangiava quelli alti e maturi, mentre io riuscivo a cogliere solo quelli bassi e acerbi, con quel lattice bianco non proprio invitante». Come nasce, invece, la fragranza, poi diventata best seller, per Francis Ford Coppola? «Creare Rosso Nobile è stata una scommessa. Fui invitato a cena da amici in una bellissima villa nella Napa Valley, in California. Lì viveva un produttore di vino, che non sapevo fosse il famoso regista. Conoscendo il mio lavoro, mi disse che, per le proprietà e la lunga lavorazione dell'uva, non sarei mai riuscito a creare una fragranza al vino. Dopo due anni, gli mandai il risultato all'interno di una preziosa bottiglia, abbinata a un decanter di cristallo e a tralci di vite, e un biglietto con scritto: io ci sono riuscito».

A proposito di bastoncini per diffondere le fragranze nell'ambiente, Dottor Vranjes utilizza solo quelli di bamboo, «il migliore, perché la struttura del legno è fatta di capillari che spingono il liquido fino a 3/4 del bastoncino, che non richiede quindi di essere girato spesso». In questo modo non si sporca né si rovina il Duomo, l'iconico flacone così soprannominato perché ricorda le nervature della cupola del Brunelleschi.

Prodotto da una vetreria di Empoli su un modello depositato, è realizzato con un vetro trasparente come il cristallo, che mette in evidenza la qualità del prodotto.

Dove esporlo? «In ufficio o nello studio meglio puntare su note che danno energia e aiutano la concentrazione, come Arancia Cannella e Ginger Lime. In camera da letto vanno bene le note fiorite, avvolgenti e meditative, come Lavanda Timo, mentre in cucina le fragranze agrumate devono accompagnare gli odori».

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