«Giuda, un avido bugiardo» Il Papa condanna l’apostolo

Ratzinger contro il vangelo gnostico che ha rivalutato «il traditore»

Andrea Tornielli

da Roma

«Dio non è un Dio lontano, troppo grande per occuparsi delle nostre bazzecole». Papa Ratzinger ha iniziato ieri i riti del Triduo Pasquale con due celebrazioni: la mattina, in San Pietro, ha presieduto la Messa crismale, insieme con i sacerdoti di Roma. Nel pomeriggio, in San Giovanni in Laterano, ha celebrato la Messa «in Coena Domini», che fa memoria dell’istituzione dell’eucarestia. Benedetto XVI ha ripetuto l’antica tradizione che si rifà al gesto di Gesù verso i discepoli, e ha lavato i piedi a dodici laici: una novità, dato che Wojtyla era solito fare la lavanda dei piedi ai sacerdoti anziani. Nell’omelia del pomeriggio, Ratzinger ha ricordato l’amore di Cristo, che «ama sino alla fine, depone le vesti della sua gloria divina e indossa le vesti dello schiavo», scendendo «giù fino nell’estrema bassezza della nostra caduta».
«Dio non è un Dio lontano, troppo distante e troppo grande per occuparsi delle nostre bazzecole - ha detto il Papa -. Poiché egli è grande, può interessarsi anche delle cose piccole... Dio scende e diventa schiavo, ci lava i piedi affinché noi possiamo stare alla sua tavola. In questo si esprime tutto il mistero di Gesù Cristo. «Ogni opera di bontà per l’altro - specialmente per i sofferenti e per coloro che sono poco stimati - è un servizio di lavanda dei piedi».
Benedetto XVI ha quindi ricordato che di fronte a questo amore «esiste l’oscuro mistero del rifiuto» e che «l’amore del Signore non conosce limite, ma l’uomo può porre ad esso un limite», rifiutando di essere amato. Il Papa ha parlato di Giuda, figura tornata alla ribalta della cronaca grazie alla traduzione del vangelo gnostico che porta il suo nome, scritto in lingua copta e pubblicato dalla «National Geographic». Nel vangelo gnostico l’apostolo traditore viene rivalutato, il Papa invece ricorda che egli «valuta Gesù secondo le categorie del potere e del successo: per lui solo potere e successo sono realtà, l’amore non conta. Ed egli è avido: il denaro è più importante della comunione con Gesù, più importante di Dio e del suo amore. E così diventa anche un bugiardo, che fa il doppio gioco e rompe con la verità; uno che vive nella menzogna e perde così il senso per la verità suprema».
La mattina, in San Pietro, durante la Messa nella quale è stato benedetto il crisma, l’olio utilizzato per i sacramenti, il Papa ha svolto una meditazione sul sacerdozio e ha spiegato che il prete «deve essere soprattutto un uomo di preghiera». «Il semplice attivismo può essere persino eroico - ha detto -.

Ma l’agire esterno, in fin dei conti, resta senza frutto e perde efficacia, se non nasce dalla profonda e intima comunione con Dio». Ratzinger ha concluso citando alcune parole di don Andrea Santoro, il sacerdote romano assassinato in Turchia: «Sono qui per abitare in mezzo a questa gente e permettere a Gesù di farlo prestandogli la mia carne...».

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