Grease, amori e brillantina negli States anni Cinquanta

Bulli spavaldi, pupe acqua e sapone, rock’n’roll e... tanta brillantina. «Grease», il primo musical sull’America anni Cinquanta, nato nel 1971 da un’idea di Jim Jacobs e Warren Casey per il teatro sperimentale di Chicago, passato alla storia del cinema con la coppia John Travolta-Olivia Newton John e sbarcato a Milano nel ’97 con la strepitosa prova di Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia (sei mesi di tutto esaurito), nella galassia dei musical è un vero e proprio «cult». Una macchina inarrestabile capace, da un lato, di intercettare i gusti dei più giovani, con storie e atmosfere da college studentesco; dall’altro, di richiamare negli adulti il ricordo di un’epoca, quella dei ruggenti anni Cinquanta, rimasta nel cuore di chi ha potuto viverli. E sul filo dell’amarcord si muove la versione italiana della Compagnia della Rancia, rodatissimo gruppo fondato nell’83 da Saverio Marconi, che ha fatto della produzione italiana dei musical d’Oltreoceano una vera e propria mission. Ripagata dal successo, visto che a tredici anni dal debutto, con questo «Grease» ha macinato numeri da capogiro: oltre mille recite, più di cento artisti sul palco, per un totale di un milione e mezzo di spettatori. Cifre che si moltiplicheranno a partire da domani sera, quando «Grease» tornerà a Milano, al Teatro Allianz, nell’allestimento di Federico Bellone (info: 02-488577516, fino al 28 marzo). La trama è sempre la stessa: Danny, il leader del liceo, reincontra Sandy, la bella australiana alla quale in estate, in riva al mare, aveva giurato eterno amore. Ma quando i compagni vengono a sapere di loro, Danny si rimangia tutto per evitare imbarazzi e prese in giro. Così la storia prosegue di nascosto, tra ripicche, gelosie e colpi di scena; fino a quando, al party di fine anno, una nuova Sandy appare agli occhi sbalorditi di Danny, più sexy e grintosa che mai. «Il segreto del musical, però – spiega Bellone, che dirige Grease dal 2006 – non è certo nella trama. La sua forza è nella rievocazione di un’era: il divertimento, la libertà, la voglia di vivere, la percezione di essere al centro del mondo». Il cast è totalmente rinnovato: 22 ragazzi che spaziano dal canto alla recitazione alle vivaci coreografie, coordinate da Franco Miseria. Tra questi, i ventenni Mirko Ranu' nel ruolo di Danny, e Serena Carradori nei panni di Sandy. «Rispetto all’edizione della Cuccarini, il cast è molto giovane, che fosse più vicino all’età dei protagonisti» spiega il regista. Una lettura, quella di Bellone, che coglie perfettamente i miti giovanilistici, i luoghi e i modelli tipici dell’immaginario cinematografico di quegli anni: i drive in, le decappottabili cromate, le gare clandestine, i fastfood, i primi rock’n’roll. Iper-americane sono le ambientazioni (il liceo, la palestra di basket, il campo da football, la sala da ballo), arricchite da un variopinto collage di pubblicità anni ’50. Così come la scelta del look e dei costumi (firmati da Zaira De Vincentiis): giubbotti in pelle alla James Dean, ciuffo alla Elvis Presley, gonne a ruota alla Audrey Hepburn, senza dimenticare il pettine in tasca, uno status symbol per il vero «teddy boy». E poi le canzoni (a cura di Michele Renzullo e Silvio Testi), tradotte in italiano dalla colonna sonora americana: da Summer Nights e You're the one that I want, rimaste per anni in vetta alle classifiche mondiali, fino al celeberrimo Hopelessly Devoted to You.

Ma l’energia di Grease, spiega Belloni, elettrizza anche i giovani di oggi: «In fondo, in tutti i licei di tutte le epoche ci sono le brave ragazze acqua e sapone e il bullo faccia da schiaffi. E non di rado, i due finiscono con l’innamorarsi».

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