"Altre guerre finché esisterà l'Ucraina". Le nuove minacce di Medvedev

Sul suo canale Telegram, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo ha dichiarato che i territori di Kiev sono in realtà di proprietà della Russia e minacciando la possibilità di nuovi conflitti nei prossimi dieci anni

"Altre guerre finché esisterà l'Ucraina". Le nuove minacce di Medvedev
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Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev è tornato a infiammare il suo canale Telegram con nuove minacce all’Ucraina e, per estensione, agli alleati occidentali del blocco Ue-Nato. Cinque giorni dopo le dichiarazioni su una possibile guerra con la Gran Bretagna nel caso in cui Londra dovesse decidere di schierare i propri soldati nel Paese invaso, il politico russo ha tuonato contro l’esistenza stessa di un’entità statale controllata da Kiev e ha messo in discussione il suo futuro.

L'esistenza dell'Ucraina è fatale per gli stessi ucraini e non sto parlando dell'attuale regime, ma di qualsiasi Ucraina”, ha scritto sulla piattaforma di messaggistica. “La presenza di uno Stato indipendente sui territori storici russi sarà una ragione costante per la ripresa delle ostilità, non importa chi sia al timone”. Medvedev ha anche sottolineato che “né l’associazione dell’Ucraina all’Ue, né il suo ingresso nella Nato” impediranno lo scoppio di nuove guerre, che potrebbe "accadere tra dieci o quindici anni, anche se l’attuale conflitto arriverà ad una conclusione”. Un deciso cambiamento di retorica, dunque, rispetto agli obiettivi di “denazificazione” e di controllo degli oblast’ ritenuti etnicamente russi millantati da Vladimir Putin all’inizio di quella che tutt’oggi viene definita solo come “un’operazione militare speciale”. Questo si potrebbe spiegare con la situazione difficile che l’esercito ucraino sta affrontando al momento, costretto sulla difensiva da una scarsità di uomini e mezzi e senza aver ottenuto successi importanti durante la controffensiva del 2023.

Le parole di Medvedev sono una conferma di quanto dichiarato più volte dal presidente Volodymyr Zelensky, convinto che cedere territori alla Russia o accettare un cessate il fuoco porterebbe solamente a un “congelamento” del conflitto e non ad una sua effettiva risoluzione. Se però l’Ucraina dovesse entrare a far parte dell’Unione europea e ottenere garanzie di sicurezza da parte dei Paesi Nato, le possibilità che Putin si lanci in una nuova avventura militare si ridurrebbero considerevolmente. L’esercito della Federazione, infatti, ha dimostrato diverse mancanze durante i due anni di conflitto, ormai protrattosi in uno stallo in cui nessuno dei due contendenti riesce a ottenere vittorie di rilievo. Un confronto con le forze unite delle nazioni occidentali sarebbe impossibile per Mosca, in particolare per quanto riguarda l’aviazione, la marina militare e il livello tecnologico.

Le armi prodotte dai Paesi europei e dagli Stati Uniti, infatti, si sono dimostrate in grado di surclassare l’arsenale della Federazione anche nelle limitate quantità messe a disposizione per l’Ucraina.

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