Chi era Victoria Amelina, la scrittrice ucraina morta nel raid russo a Kramatorsk

37 anni, aveva iniziato una promettente carriera da romanziera e stava lavorando al suo primo saggio in lingua inglese. Le battaglie per i diritti umani e quella cena maledetta nel locale bombardato dai russi in Donbass

Chi era Victoria Amelina, la scrittrice ucraina morta nel raid russo a Kramatorsk

Il bilancio originario della strage di Kramatorsk era quello di una tragedia: 12 morti, di cui 3 ragazze minorenni, e 61 feriti. A questi numeri ora si è aggiunta un'altra vita in meno. Si tratta di Victoria Amelina, scrittrice e poetessa 37enne ucraina. Amelina è morta sabato 1 luglio all'ospedale Mechnikov di Dnipro, dove era stata ricoverata subito dopo l'attacco delle 19:50 del 27 giugno per delle lesioni profonde al cranio. Quel giorno un razzo russo ha centrato la pizzeria Ria Lounge, tappa fissa per tutti i corrispondenti di guerra che si recano nel centro amministrativo dell'oblast di Donetsk.

Dunque un obiettivo civile e non militare, nondimeno rivendicato dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che ha giustificato il bombardamento citando il presunto rifugio di mercenari stranieri arruolati nelle forze di Kiev dentro al locale. Ma Victoria Amelina, come tutti gli altri, stava semplicemente consumando un pasto insieme a una rappresentanza colombiana capeggiata dal politico Sergio Jaramillo, l'autore Hector Abad e la giornalista investigativa Catalina Gomez, tutti e tre usciti soltanto lievemente feriti, ma il cui ferimento ha provocato la dura protesta del presidente colombiano Gustavo Petro contro le azioni di Mosca.

"I russi sapevano che il ristorante Ria Lounge è un luogo unico e popolare nella città di Kramatorsk, dove la gente si riunisce per parlare e mangiare. Sapevano che l'attacco avrebbe fatto molte vittime, ma hanno preso di mira questa folla, come hanno fatto numerose volte durante questa guerra e durante le loro guerre precedenti", si legge in una nota congiunta firmata da Pen Ukraine e dalla Ong Truth Hounds. Amelina, che lascia un figlio di 10 anni, oltre a scrivere faceva parte di Truth Hounds e documentava sul campo i crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina, grazie al ritrovamento del diario segreto dello scrittore Volodymyr Vakulenko seppellito nel suo giardino prima di venire ucciso dai russi nel villaggio di Kapitolivka vicino a Izyum.

Chi era Victoria Amelina

Durante l'invasione, ha unito i suoi racconti in prosa alla passione per la poesia, raccontando lo strazio del conflitto vissuto quotidianamente sulla pelle dei suoi concittadini. Le sue opere sono state tradotte in inglese, polacco, tedesco, ceco, spagnolo e olandese. Nata a Leopoli, nell'Ucraina occidentale, ha vissuto per un periodo con il padre in Canada prima di fare ritorno nella sua città natale dove ha studiato al politecnico di Leopoli. La sua carriera da romanziera era iniziata nel 2014 con la pubblicazione del romanzo Sindrome di novembre, o Homo Compatiens sulla rivoluzione della Dignità (Euromaiidan), producendo poi altri testi per bambini che le sono valsi una nomination in finale all'European Union Prize for Literature.

Vincitrice nel 2021 del premio internazionale Joseph Conrad, ha fondato il New York Literary Festival, un evento dedicato alla letteratura che si teneva nella cittadina di New York, un piccolo insediamento urbano nei pressi di Bakhmut, fino a quando non è scoppiata la guerra. Di recente stava completando il suo primo saggio War and Justice Diary: Looking at Women Looking at War, un volume autobiografico in inglese sulle donne che stanno indagando sui crimini di guerra commessi dalla Russia. Una scelta maturata ascoltando le testimonianze sul posto di chi è sopravvissuto al terrore russo in questi ultimi anni. "Sono una scrittrice ucraina. Sulla mia borsa ho ritratti di grandi poeti ucraini. Sembrerebbe che io debba fotografare libri, arte e il mio piccolo figlio. Ma sto documentando i crimini di guerra della Russia e ascoltando i suoni dell'artiglieria, non la poesia. Perché?", si domandava in un tweet pubblicato a giugno dello scorso anno.

Kramatorsk e gli altri raid sui civili in Donbass

La scomparsa di Victoria Amelina priva così l'Ucraina di una delle sue intellettuali più promettenti, di una guardiana dei diritti umani e di una voce scomoda al Cremlino, il quale infligge un altro duro colpo psicologico alla popolazione civile vittima della paura e dei raid che continuano a tenere sotto scacco un Paese intero malgrado la liberazione parziale dell'Est e delle aree intorno alla capitale Kiev.

Kramatorsk era già stata bersagliata dall'aviazione russa in passato. L'8 aprile 2022, i bombardieri russi hanno lanciato un missile balistico dotato di munizioni a grappolo contro la stazione ferroviaria della città. Secondo un'inchiesta indipendente di Human Rights Watch durata vari mesi, almeno 58 persone sono morte e altre 100 sono rimaste ferite. La stazione di Kramatorsk in quel periodo era diventata il principale hub per le evacuazioni dei civili, raggiunta con autobus e altri mezzi privati collegati con i treni che trasportavano la gente in località più sicure a ovest. Kramatorsk si trova a una quarantina di km dalla linea del fronte in Donbass.

Un'altra inchiesta svolta dall'agenzia Associated Press ha rivelato che nel bombardamento avvenuto il contro il Teatro Drammatico

di Mariupol il 16 marzo 2022 sono morte 600 persone che si erano messe al riparo dentro all'edificio completamente distrutto. Il teatro di Mariupol era il principale rifugio antiaereo della cittadina costiera del Donbass.

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