Sono due i caschi blu (di nazionalità indonesiana) rimasti feriti lievemente a causa di un attacco israeliano su postazioni della missione Unifil. Lo riferisce l'emittente Al Jazeera. Da parte sua, l'agenzia di stampa libanese Nna riferisce che le Idf avrebbero preso di mira una torretta di guardia presso il quartier generale di Unifil, a Naqoura. I droni israeliani hanno colpito, invece, questa mattina la sede del quartier generale Unifil e le basi a comando italiano 1-31 e 1-32. Lo riferiscono all'Adnkronos fonti Unifil in loco, sottolineando che non risultano militari italiani feriti.
L'Italia protesta: le parole di Meloni e Crosetto
Al momento non vi sono commenti da parte di Tel Aviv. Itanto, il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto ha avuto un colloquio con l'ambasciatore israeliano nella sede del Ministero, in via XX Settembre. "Già dalle prime ore di questa mattina ho contattato il Ministro della Difesa Israeliano, Yoav Gallant, per protestare con lui e ricordargli in modo fermo che quanto sta avvenendo nei pressi delle basi italiane di Unifil nel Sud del Libano e, in generale, verso il contingente Unifil a partire dagli spari contro il quartier generale di Unifil è, per me e per il governo italiano, inaccettabile". ha dichiarato il ministro. Il ministro, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, da dichiarato che le azioni israeliane "potrebbero costituire crimini di guerra che rappresentano gravissime violazioni al diritto internazionale umanitario non giustificate da nessuna necessità militare". "Italia e Nazioni Unite non possono prendere ordini da Israele", ha ribadito il Ministro.
Italia e Francia intendono convocare una riunione speciale dei Paesi che contribuiscono alla missione Unifil. A riferirlo, il ministro della Difesa francese: l'incontro in videoconferenza, deciso nel corso di un colloquio tra i ministro francese Sèbastien Lecornu e quello italiano Guido Crosetto, si terrà la prossima settimana in una data che resta da definire. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto questo pomeriggio un colloquio telefonico con il Comandante del Settore Ovest della missione Unifil, Generale Messina. Il premier, informa Palazzo Chigi, "ha ricevuto un aggiornamento" sulla missione e sulla situazione del nostro contingente impegnato in Libano, dopo che il quartier generale e due basi italiane che si trovano negli avamposti sono state raggiunte da colpi di armi da fuoco da parte dell'esercito israeliano. Il Governo italiano ha formalmente protestato con le Autorità israeliane e ha ribadito con fermezza che quanto sta accadendo nei pressi della base del contingente Unifil non è ammissibile.
La richiesta della Idf ai peacekeeper
Le forze di pace delle Nazioni Unite in Libano hanno affermato che l'esercito israeliano ha "intenzionalmente attivato e disattivato le telecamere di sicurezza delle Nazioni Unite". La missione ha affermato che il suo quartier generale nel Libano meridionale e le posizioni vicine sono stati "ripetutamente" colpiti dagli scontri a fuoco tra Israele e Hezbollah. All'inizio di questa settimana, l'Unifil aveva rifiutato la richiesta dell'esercito israeliano di lasciare le basi vicino al confine: l'area è una zona demilitarizzata dalla fine della guerra nel 2006.
In sfida alla crescente tensione regionale, Unifil aveva ha respinto una richiesta delle Forze di difesa israeliane di rimuovere i peacekeeper irlandesi di stanza vicino al confine libanese. Mentre le ostilità tra Israele e Hezbollah si intensificano, con l'Idf che avanza nel Libano meridionale, la richiesta di ritiro ha incontrato una ferma resistenza. Questo sviluppo avviene in mezzo a intensi scontri tra le forze israeliane e i militanti di Hezbollah, con significativi scontri e provocazioni avvenuti a soli 2 chilometri dal posto di osservazione dei peacekeeper irlandesi, noto come Post 6-52, situato lungo la Blue Line. Nonostante il pericolo, sia l'Unifil che il governo irlandese avevano chiarito che la decisione in merito allo spiegamento delle truppe spetta esclusivamente all'Onu, respingendo la richiesta israeliana.
I tre episodi di fuoco contro Unifil
Secondo una fonte delle Nazioni Unite, le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro le postazioni delle forze di peacekeeping dell'Onu in tre distinti episodi nel sud del Libano nell'arco di 24 ore. In un incidente verificatosi ieri, un carro armato israeliano ha aperto il fuoco contro una torre di guardia nella base principale delle forze dell'ONU a Naqoura. I due caschi blu delle Nazioni Unite sarebbero rimasti "lievemente feriti" in seguito alla caduta della torre sotto il fuoco dei carri, ha affermato la fonte. Secondo quanto riferito, non ci sono state vittime tra i caschi blu negli altri due incidenti in cui sono state sparate armi leggere contro postazioni Onu.
I soldati delle forze armate israeliane hanno anche sparato verso una postazione delle Nazioni Unite a Labbouneh, colpendo l'ingresso al bunker dove si trovavano le forze di pace danneggiando i veicoli e i sistemi di comunicazione: un drone dell'Idf è stato visto volare all'interno della postazione Onu fino all'ingresso del bunker. Nella giornata di ieri, i soldati israeliani hanno deliberatamente colpito e messo fuori uso le telecamere che monitorano il perimetro della postazione e hanno anche colpito la 1-32A a Ras Naqoura, danneggiando l'illuminazione e una stazione di collegamento.
"Ieri i soldati delle forze israeliane di difesa hanno deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione. Hanno anche deliberatamente sparato su UNP 1-32A, dove si tenevano regolari riunioni tripartite prima dell'inizio del conflitto, danneggiando l'illuminazione e una stazione di trasmissione". Così in una nota la missione Unifil in Libano ha chiarito la dinamica degli episodi. "Ricordiamo all'Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l'inviolabilità dei locali delle Nazioni Unite in ogni momento - prosegue Unifil.
Le forze di peacekeeping dell'Unifil sono presenti nel Libano meridionale per supportare un ritorno alla stabilità sotto il mandato del Consiglio di sicurezza e dunque, come ha ripetuto la missione, qualsiasi attacco deliberato alle forze di peacekeeping è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza.
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